Il sindaco di San Vincenzo (Livorno), Alessandro Massimo Bandini, agli arresti domiciliari da ieri per un’inchiesta per corruzione su appalti e abusi edilizi con 23 indagati, ribadisce “con forza e convinzione la sua estraneità ai fatti così come contestati”, sottolinea di aver agito come uomo e amministratore avendo “sempre perseguito solo ed esclusivamente l’interesse pubblico e il benessere della comunità” e si autosospende da iscritto al Pd. Lo rende noto il suo difensore , avvocato Alberto Moschini del foro di Livorno. Bandini, riferisce il legale, “nel rispetto dello statuto del Partito Democratico e del proprio codice etico, ha comunicato oggi la propria autosospensione da iscritto”. Il sindaco Bandini, rende noto il suo legale, “si trova presso la propria residenza e attende con serenità i prossimi appuntamenti processuali”.
Inoltre, riguardo all’autosospensione dal Pd, il difensore del sindaco Bandini spiega che si tratta di un “atto che il mio cliente si è visto costretto a fare in quanto ben a conoscenza delle regole interne ma soprattutto poichè lo stesso crede fermamente nella comunità politica dove è cresciuto ricoprendo ruoli importanti”. Sull’inchiesta giudiziaria che lo vede agli arresti domiciliari, il sindaco di San Vincenzo (Livorno), Alessandro Massimo Bandini, ripone “piena fiducia nel lavoro dei Giudici che si sono occupati – e che ancora si stanno occupando – della vicenda”. Intanto, scrive sempre l’avvocato difensore, Alberto Moschini, “dopo una prima lettura delle motivazioni dell’ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari emessa” dal gip e su richiesta della procura di Livorno “si stanno ricostruendo nel particolare gli episodi citati per una puntuale verifica” e nei prossimi giorni saranno da esaminare le ‘carte’ di indagine”. (ANSA).
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