La Rsu Alp ha ricevuto con stupore e preoccupazione la notizia delle dimissioni dell’amministratore unico Matteo Trumpy. Sembra strano che nel momento in cui si è portato a compimento un percorso di salvezza e rilancio societario, iniziato con una crisi strutturale nell’estate 2019, seguita da una devastante pandemia per poi riprendersi con il trend positivo di turni di questo periodo, si metta in discussione la governance della società.
Crisi societaria che ha visto i lavoratori pagare di tasca propria le conseguenze delle passate gestioni di Alp ma anche causate dalla deregolamentazione del lavoro, con annesse segnalazioni di autoproduzione a bordo nave e appalti poco chiari che ci vedono schierati in prima linea come anche per il rispetto dell’ordinanza n^9 dell’AdSP, unico strumento per il controllo dei turni in porto.
Per anni l’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale ha spinto per la presenza di tutti i maggiori terminalisti del porto di Livorno nella compagine societaria di Alp e dopo che questo è avvenuto, proprio mentre si procedeva spediti verso una strutturazione aziendale, si mette nuovamente tutto in discussione. La sinergia tra la Società e i Lavoratori Alp ha contribuito in questi periodo ad un incremento della risposta alle chiamate dei concessionari, e quindi poi alla stabilizzazione delle stesse. Chiamate che sono state esaurite anche grazie ai lavoratori interinali, 7 stabilizzati presso Intempo e altri 30 invece avviati con chiamate “a giornata”, colpevoli però questi ultimi di aver chiesto un minimo di stabilizzazione.
Con il supporto degli aiuti pubblici ai sensi ex art. 199 del cosiddetto Decreto “Rilancio”, con l’attivazione del comma 15 bis ex art. 17 della Legge 84/1994 e con l’andamento positivo dei turni Alp è riuscita ad avere un bilancio 2020 in positivo. Dopo tutto questo siamo anche stupiti per il fatto che il Comune di Livorno abbia attivato un tavolo di riorganizzazione del lavoro in porto, prendendo come riferimento proprio la stessa Alp, concessionaria ex art. 17 della legge 84/1994, quale strumento massimo di flessibilità operativa e unico articolato legale per attingere all’IMA (indennizzo mancato avviamento). La riorganizzazione del lavoro portuale allargando l’art. 17, secondo noi, deve passare inderogabilmente attraverso una diminuzione del numero di concessionari art.16, attingendo poi da un art.17 più organizzato e predisposto per i picchi di lavoro, che deve avere anche il ruolo centrale di formazione e professionalizzazione dei lavoratori per tutte le imprese portuali. Il tutto non può che essere gestito, controllato e verificato dalla AdSP locale, attraverso azioni concrete di gestione del mercato del lavoro in porto.
RSU ALP
Mazza Massimo (Usb)
Pupi Giacomo (Filt Cgil)
Giuliani Giuliano (Usb)