La procura di Livorno avrebbe aperto un’inchiesta su presunti sconti fatti ai terminal sui canoni di concessione rispetto a lavori alle banchine nel porto che non sono da considerarsi migliorie: secondo l’ipotesi investigativa, come riporta stamani Il Tirreno, si tratterebbe di scomputi sulla gestione accordati alle società che gestiscono i terminal. Una quindicina gli indagati, tutti dirigenti delle società, mentre i reati ipotizzati sarebbero di truffa aggravata al Demanio e indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato con la presentazione di documenti falsi. Gli accertamenti sono in corso. Secondo il quotidiano la guardia di finanza negli ultimi giorni sarebbe andata negli uffici di società e dell’Autorità portuale per acquisire proprio i documenti relativi ai lavori dichiarati. Nella ricostruzione finora fatta dalla procura i privati avrebbero attestato l’esecuzione di lavori alle banchine in concessione dal Demanio che non sono migliorie. Gli accertamenti vengono fatti anche sul controllo della veridicità dei lavori dichiarati rispetto alla normativa che permette gli ‘sconti’ solo se ci sono migliorie al porto, che è un bene demaniale, essendo esclusi gli interventi che avvantaggiano l’attività del privato concessionario. Non tutti gli interventi sono ammessi dalla legge per poter rivendicare dal Demanio uno ‘sconto’ sul canone di concessione mentre invece i terminal privati avrebbe ottenuto lo scomputo degli importi sostenuti sulla base delle dichiarazioni presentate. La procura starebbe anche valutando di trasmettere in una fase successiva il fascicolo alla procura regionale della Corte dei Conti della Toscana per valutare un eventuale se c’è stato danno erariale. (ANSA).
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