Chiusura del cementificio di Testi (Greve in Chianti, Firenze), i lavoratori scrivono una lettera-appello a Elsa Fornero (membro del Cda di Buzzi Unicem): “Si riconsiderino le decisioni scellerate prese fino ad oggi sul nostro stabilimento. Come donna delle istituzioni e della ricerca, come ex ministro, come persona, si renderà conto della difficoltà in cui tra qualche mese i 75 lavoratori di Testi si troveranno a vivere con le loro famiglie, in un territorio, sicuramente di pregio, ma con poche alternative occupazionali stabili e di prospettiva”
Alla cortese attenzione della professoressa Elsa Fornero
Professoressa,
chi le scrive sono le rappresentanze sindacali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil della ditta TestiCementi Srl del Gruppo Buzzi Unicem. Il motivo che ci ha indotto ha scriverLe è per informarla della nostra situazione, se non già da lei conosciuta.
In premessa un po’ di storia. Il cementificio di Testi a Greve in Chianti (Firenze) ha visto negli ultimi anni un susseguirsi di passaggi di proprietà: storicamente di proprietà Sacci, è poi passato a Cementir Sacci, è stato acquistato ad inizio 2018 da Italcementi S.p.A., ed infine dal gruppo Buzzi Unicem S.p.A.
Da considerare inoltre che nello Stabilimento di Testi la proprietà Sacci, al fine di abbattere le polveri sottili, ha sostenuto dal 2007 al 2009 investimenti di adeguamento per oltre trenta milioni di euro, ed è a tutt’oggi presente un impianto per l’utilizzo del Css (combustibile solido secondario non più classificato come rifiuto).
L’impianto di CSS permette di abbattere i costi di produzione energetica ma, a differenza di Italcementi, la Società Buzzi Unicem non ha mai manifestato interesse al suo utilizzo.
Ad inizio 2018 la Cementir Sacci è stata acquistata da Italcementi S.p.A., società interamente controllata dal colosso tedesco Heidelberg Cement, uno dei più grandi gruppi a livello mondiale.
Nonostante le rassicurazioni di Italcementi S.p.A. che ha sempre ribadito il suo interesse per lo stabilimento di Testi ritenuto strategico, pur in presenza di una situazione difficile dovuta alla grave recessione soprattutto nel settore dell’edilizia, nell’aprile 2019 Buzzi Unicem S.p.A. ha acquistato lo stabilimento di Testi. L’acquisto è divenuto esecutivo a fine luglio 2019.
Per i dipendenti si apriva una nuova prospettiva: un gruppo italiano acquistava lo Stabilimento ed aveva già un centro di macinazione a Settimello e molte commesse in Toscana. Sembrava la soluzione ottimale, visto che oltre allo stabilimento di Testi è attivo in Toscana solo un altro cementificio a Rassina (Ar) di proprietà della Colacem.
Le speranze sono state subito disattese fin dai primi incontri con i rappresentanti della proprietà, i quali da subito hanno dichiarato di aver acquistato lo Stabilimento come manovra difensiva per evitare che altri competitors di dimensioni internazionali potessero entrare nel mercato toscano e italiano. Infatti avevano già manifestato interesse sia il gruppo messicano Cemex che il gruppo francese Lafarge, due fra i più importanti gruppi mondiali.
Quella che all’inizio poteva sembrare un’operazione di rilancio per lo stabilimento, ben presto ha rivelato invece la vera volontà di Buzzi Unicem S.p.A. che non ha mai avuto, di fatto, alcuna intenzione di investire nella fabbrica di Testi.
Dal mese di marzo 2020 i Dipendenti sono in Cassa Integrazione Guadagni ordinaria per Coovid-19, le attività sarebbero dovute ripartire a maggio come hanno fatto tutte le altre cementerie di Buzzi Unicem, invece i vertici della Società hanno deciso di prolungare ancora la Cassa Integrazione.
Dal mese di marzo 2020 ad oggi la società ha svuotato tutti i silos sia del materiale finito (cemento), che del semilavorato (clinker), ha trasferito il Direttore in un altro stabilimento senza sostituirlo, e tutti i Capi tecnici (capo elettrico, capo meccanico, responsabile qualità, responsabile di miniera) sono stati spostati “temporaneamente” in altre fabbriche, ma non sono mai tornati a Testi.
E’ inoltre da considerare un altro fattore importante: Buzzi Unicem S.p.A. È L’azienda che presenta il più alto volume di fatturato di cemento in Toscana sia per l’edilizia che per le grandi opere.
A questo proposito, portando la materia prima seconda (clinker) oppure il prodotto finito (cemento) dagli stabilimenti fuori Regione, emergono diverse altre criticità: la principale è dovuta all’inquinamento causato dal trasporto di questi prodotti che avviene tutto esclusivamente su gomma.
Inoltre in Toscana stanno per avere avvio grandi opere quali il porto di Livorno, la Tirrenica, il completamento della Due Mari, la terza corsia della A1 de della A11, il completamento della Tav sul nodo fiorentino, la ristrutturazione della pista dell’Aeroporto di Pisa e la nuova pista in quello di Firenze, ed altre opere importanti, solo per citare le principali.
Sulla base della situazione sopra illustrata, i lavoratori della cementeria Testicementi Srl hanno deciso, insieme alle organizzazioni sindacali di categoria, di attivare tutta una serie di iniziative aventi lo scopo di informare le istituzioni interessate (Prefettura di Firenze, Comuni, Città Metropolitana di Firenze, Regione Toscana) e tutta l’opinione pubblica sulla situazione drammatica che stanno vivendo, sul fatto che oltre 100 famiglie perderanno il proprio posto di lavoro e che una fabbrica storica come il cementificio di Testi diverrà presto un eco-mostro del territorio prestigioso del Chianti classico.
Fatta questa doverosa anche se lunga premessa, Lei si chiederà perché i lavoratori e le loro rappresentanze hanno deciso di scriverLe questa lettera.
Fra le iniziative, i dipendenti hanno attivato da martedì 13 ottobre 2020 un presidio permanente (24 h su 24) nella frazione del Passo dei Pecorai allo scopo di informare la cittadinanza, e sensibilizzare le istituzioni. Da 4 mesi i lavoratori supportano questa iniziativa sfidando il freddo e la pioggia a difesa della loro dignità. Ci siamo sentiti e ci sentiamo pedine di uno scacchiere dove a giocare sono le grandi del cemento… e questa volta tocca a noi essere mangiati.
Lottiamo anche perché questo non succeda più, una cosa è un’azienda che non ha mercato, che non va insomma, un’altra è vedere da un giorno all’altro smontata l’attività per strategie a tavolino. Credo capirà il nostro stato d’animo rinfrancato solamente dal sostegno e dalla generosità di tante persone comuni che passano anche solo per una parola di supporto alla nostra battaglia e, come tutti, anche lei è la benvenuta.
A nulla però è servito. Venerdì 5 febbraio l’azienda ha ufficializzato l’intenzione di cessare l’attività al Cementificio di Testi.
Come donna delle istituzioni e della ricerca, come ex Ministro, come persona, si renderà conto della difficoltà in cui tra qualche mese i 75 lavoratori di Testi si troveranno a vivere con le loro famiglie, in un territorio, sicuramente di pregio, ma con poche alternative occupazionali stabili e di prospettiva.
Inoltre, quando parla di “piccoli uomini”, come recentemente Le abbiamo sentito dire in tv, immaginiamo si riferisca anche a coloro che per mere logiche di mercato si spogliano di ogni responsabilità sociale, ambientale e occupazionale.
Tanto, a nostro parere, era dovuto per portarLa a conoscenza, come componente del Consiglio di Amministrazione di Buzzi Unicem spa, delle scelte che “questi piccoli uomini fanno”. Le rivolgiamo un appello affinché, con un suo interessamento e per quanto nelle sue possibilità, siano riconsiderate le decisioni scellerate prese fino ad oggi sul nostro stabilimento.
Distinti saluti
Firmato: la Rsu del cementificio Testi di Greve in Chianti