Ci auguriamo che il nuovo presidente dell’Autorità di sistema portuale Luciano Guerrieri imprima un sensibile cambio di marcia allo scalo livornese: il bilancio del mandato di Stefano Corsini – al netto di tutte le difficoltà ed i contraccolpi negativi legati alla pandemia – è stato purtroppo deludente.
In quattro anni non si sono registrati sensibili miglioramenti in ambito infrastrutturale ma solo proclami e annunci a mezzo stampa. La Darsena Europa resta ancora un miraggio.
Quello che però ci preoccupa maggiormente è il “clima” che adesso si respira all’interno dello scalo.
Il Covid ha sferrato un duro colpo, lo scalo di Livorno è in grande sofferenza. Anche le realtà più strutturate, a causa del calo dei traffici, stanno iniziando progressivamente a reinternalizzare alcuni segmenti del loro lavoro a discapito delle imprese ex. articolo 16 e 17. La qualità del lavoro è in continuo peggioramento, la precarietà aumenta e di conseguenza le tensioni crescono. Le banchine del porto di Livorno sono una sorta di ring dove regna il “tutti contro tutti” e dove ognuno cerca di fare lo sgambetto al proprio competitor per cercare di strappargli una parte del suo traffico. Serve una svolta anche in tal senso: basta Far West.
Litigiosità alle stelle, colpi bassi tra aziende, ricorsi su ricorsi, tentativi di aggirare le norme o di applicarle solo in parte, sfrenata competizione sul costo del lavoro: considerato lo scenario ci saremmo aspettati un intervento deciso da parte dell’authority per cercare di ricomporre le tensioni invece abbiamo registrato soltanto un silenzio assordante. A Guerrieri chiediamo perciò di favorire l’apertura di una nuova era di dialogo sociale e di esercitare in modo più deciso la funzione di “arbitro” dei conflitti che nascono all’interno dello scalo: l’authority deve tornare ad essere davvero il garante del rispetto delle regole in porto. Nei mesi scorsi avevamo inoltre criticato la scelta dell’authority guidata da Corsini e dal segretario generale Massimo Provinciali di smembrare l’Ufficio del lavoro portuale, punto di riferimento importante per lavoratori e imprese: l’auspicio è che Guerrieri inverta la rotta e valorizzi questa importante struttura.
Al nuovo presidente chiediamo anche di vigilare con forza affinchè gli armatori non ricorrano all’autoproduzione (pratica da noi spesso rilevata e denunciata con forza).
Per cercare di imprimere sviluppo allo scalo serve un nuovo approccio. Corsini e Provinciali – a differenza di quanto invece fatto dall’assessore comunale al porto Barbara Bonciani – non sono mai riusciti a strutturare un dialogo davvero importante sul futuro del porto labronico. Senza contare che lo scalo potrebbe attrarre nuovi traffici, se solo le varie aree fossero organizzate in modo più organico. La speranza è che Guerrieri e il nuovo segretario generale possano davvero aprire una nuova fase di sviluppo: per rilanciare il nostro porto serve un sensibile cambio di marcia
Giuseppe Gucciardo, segretario generale Filt Cgil Livorno