“In Toscana troppi morti sul lavoro”, focus di Toscana Oggi con Gessica Beneforti

“In Toscana troppi morti sul lavoro, bisogna investire in prevenzione”: il servizio di Toscana Oggi a cura di Marta Panicucci

Infortuni sul lavoro: già sei decessi e numerosi incidenti nei primi mesi del 2021 in Toscana. Preoccupazione per istituzioni e sindacati. Per Recce (Cisl) troppi casi considerando anche l’emergenza Covid: «La sicurezza non può essere considerata un costo o un inutile fardello burocratico». Beneforti (Cgil): «Precarizzazione delle condizioni di lavoro legate alla pandemia». Per la Uil regionale è «una ferita intollerabile»

Un inizio di nuovo anno tragico dal punto di vista della sicurezza sui luoghi di lavoro: in queste prime settimane del 2021 in Toscana si sono registrati sei morti sul lavoro e numerosi incidenti. Un operaio è morto cadendo dal solaio di un capannone a Stagno, un 50enne a Montepiano, schiacciato da un albero che stava tagliando, un artigiano di Empoli morto nell esplosione in una falegnameria, un operaio è rimasto schiacciato sotto una pressa in una ditta di filatura di Montale, un 52enne è deceduto in una conceria di Castelfranco, un rider è stato investito da un’auto mentre faceva una consegna a Montecatini. E questo il drammatico quadro che si sta delineando in Toscane e che preoccupa istituzioni e sindacati. Per Ciro Recce, segretario generale Cisl Toscana, «in questa fase c’è stato un concentramento davvero eccessivo di incidenti, considerando anche la riduzione complessiva del lavoro a. causa dell’emergenza Covid. E chiaro che questa impennata indica che c’è davvero un problema. Il punto centrale su cui dobbiamo lavorare è la prevenzione: bisogna puntare su formazione e addestramento. Molti di questi incidenti sono legati a cadute dall’alto o schiacciamenti, servono quindi interventi mirati che puntino a prevenire questi rischi specifici che sono i più frequenti. La questione della sicurezza non può essere In Toscana troppi morti, investire in prevenzione considerata un costo o un inutile fardello burocratico, crediamo che sia necessario mettere in piedi un tavolo con organizzazioni sindacali, datori di lavoro e istituzioni per azioni mirate da mettere subito in campo». Se questo 2021 si è aperto con un drammatico bilancio, lo scorso anno aveva chiuso, invece, con numeri in calo, legati però alle prolungate chiusure delle attività produttive per il Covid. Secondo i dati Inail, nel 2020 in Toscana sono diminuite le denunce di infortunio, quelle delle malattie professionali e anche gli infortuni con esito mortale: nei 12 mesi sono state 40.674 le denunce di infortunio, -8.676 sullo stesso periodo del 2019, 63 gli incidenti con esito mortale, 6 in meno che nel 2019 (54 occasione lavoro e 9 in itinere). Dei 63 infortuni con esito mortale 14 sono riconducibili al Covid. In calo anche le denunce di malattie professionali: sono state 6.815 nel 2020, meno 1.598 sul 2019. «Lo scorso anno continua Recce abbiamo avuto il blocco completo di gran parte dell’anno, non si può fare un confronto anno su anno. Se guardiamo il numero di incidenti in rapporto alle ore lavorate, vediamo che il 2020 è stato in linea rispetto agli anni precedenti». Secondo la Cgil anche l’emergenza coronavirus ha pesato sulla sicurezza in Toscana. Per Gessica Beneforti della segreteria Cgil Toscana «la rilevazione sugli infortuni mortali è un dato che salta subito all’occhio rispetto agli infortuni generali. Il dato allarmante degli infortuni mortali in queste prime settimane dell’anno non può essere ricondotto a una triste fatalità, ci sono ragioni che andranno indagate e che passano da un allentamento delle misure di prevenzione e dalla precarizzazione delle condizioni di lavoro legate alla pandemia. Quando ci sono situazioni di grande incertezza economica, come in questo caso purtroppo, quello che dovrebbe rappresentare il grande investimento nella qualità dell’occupazione e nella sicurezza diventa invece il primo fattore di risparmio. Questa grande incertezza economica e depressione, anche dal punto di vista sociale, porta a un regresso delle condizioni di attenzione sulla qualità del lavoro e quindi a un abbassamento delle tutele. È. su questo che bisogna lavorare, significa mettere in campo una grande capacità di investimento per creare occupazione di qualità e quindi sicurezza a tutto tondo e significa anche avere la capacità di monitorarlo, di controllarlo e di sanzionarlo in caso di violazione delle norme. Il controllo è prima di tutto prevenzione». Anche per la Uil Toscana sei morti in pochi giorni «sono inaccettabili per qualunque Paese civile. Ancora di più se questi incidenti accadono in Toscana, una terra che si è sempre fatta vanto di farsi promotrice dei diritti. E’ una ferita intollerabile». Per il segretario generale, Annalisa Nocentini, «spesso dietro questi incidenti ci sono storie di precarietà e di diritti messi tra parentesi in nome di un lavoro che si è parcellizzato senza la cornice dei contratti nazionali. È indispensabile applicare fino in fondo i Ceni e, allo stesso tempo, eseguire un attento monitoraggio sul rispetto delle regole in ambito della sicurezza. Giustamente la nostra attenzione in questi mesi è stata polarizzata dalla pandemia, ma esiste, ormai da anni, un’emergenza a cui non si riesce a trovare risposte adeguate: i morti sul lavoro. Su questo tema dobbiamo concentrarci per dare ai lavoratori quelle tutele indispensabili alla salvaguardia della propria salute e sicurezza»

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