Calosi (Fiom Cgil), “Purtroppo parte della politica nazionale e locale non ha preso in seria considerazione il piano industriale presentato dalla SteelCoop Valdarno, mancando di rispetto a tutti i soggetti coinvolti nel progetto e negando, di fatto, una possibile risoluzione della vertenza”.
“Tra pochi giorni i lavoratori Bekaert che avevano dato vita ad una cooperativa con l’intento di tornare a produrre nello stabilimento di Figline Valdarno, metteranno in liquidazione la società.
Viene meno così un’opportunità per tentare di far ripartire il lavoro in quella fabbrica.
Come Fiom Cgil ci teniamo a ringraziare quei lavoratori per aver proposto con forza un’idea di economia e di sviluppo diversa, un progetto di auto imprenditorialità volto a difendere l’industria e le professionalità del nostro territorio.
Inoltre senza la cooperativa non sarebbero state riconosciute ulteriori sei mensilità di ammortizzatore sociale.
Purtroppo parte della politica nazionale e locale non ha preso in seria considerazione il piano industriale presentato dalla SteelCoop Valdarno, mancando di rispetto a tutti i soggetti coinvolti nel progetto e negando, di fatto, una possibile risoluzione della vertenza.
In Bekaert restano ancora 116 lavoratori che, se non ci saranno ulteriori novità, a marzo saranno disoccupati. In tal caso le responsabilità per i licenziamenti non saranno certo di chi, con coraggio, si è adoperato per cercare una soluzione.”
Lo dichiara Daniele Calosi, segretario generale Fiom Cgil Firenze-Prato
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Steelcoop Valdarno: Righi, verso messa in liquidazione
Nei prossimi giorni sarà convocata l’assemblea dei soci per la messa in liquidazione della cooperativa Steelcoop Valdarno, società costituita da parte dei lavoratori ex Bekaert di Figline Valdarno (Firenze). E’ quanto annunciato ieri dal presidente della cooperativa Daniele Righi che ha inviato una lettera tra gli altri al Mise, al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, all’assessore regionale Alessandra Nardini e a Confindustria Firenze proprio per informare della convocazione. “Prendiamo atto – ha scritto Righi nella lettera – che la nostra volontà di essere una parte della soluzione della crisi della ex Bekaert di Figline Valdarno non ha trovato le risposte che attendevamo. Spiace di non avere trovato l’attenzione che ci consentisse di presentare in sede ministeriale il piano industriale che abbiamo elaborato e che ritenevamo meritevole di essere comparato con altre proposte. Prendiamo inoltre atto che proprio in questi giorni, grazie alla negoziazione sindacale con altra impresa dell’area fiorentina, un numero preponderante di soci della cooperativa ha trovato un’occasione occupazionale strutturata”. “Vogliamo ringraziare – ha aggiunto Righi nella lettera – tutti coloro che in questi mesi ci hanno sostenuto considerando la nostra proposta per la soluzione della crisi aziendale l’unica accompagnata da un adeguato piano industriale. Ringraziamo anche chi ci ha apertamente avversato, costringendoci a razionalizzare e migliorare in corso di redazione il piano che la cooperativa, avvalendosi di stimati consulenti, ha elaborato. La nostra è stata comunque un’esperienza che siamo fieri di avere intrapreso e che ci ha fatto esplorare il versante dell’autoimprenditorialità cooperativa come fronte originale della battaglia per la difesa del lavoro e della presenza industriale in Toscana”. (ANSA).
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