Le annunciate nuove mirabolanti imprese di Italian Sea Group e la realtà. Braccini e Faita, “all’interno del cantiere nautico di Carrara i lavoratori vivono come in una cappa oppressiva, fatta di ricatti, pressioni indebite e controlli serrati”.
“Apprendiamo con grande interesse le nuove mirabolanti imprese da parte di Italian Sea Group: a Carrara si parla di espansioni di padiglioni, di nuovi bacini di carenaggio, di un’imminente quotazione in borsa, della nascita di un’ Academy e da ultimo di un interessamento sul Gruppo Perini di Viareggio.
Purtroppo però, dietro a questo importante player del “lusso” nel panorama della nautica, si nascondono condizioni di lavoro arretrate.
All’interno del cantiere nautico di Carrara i lavoratori vivono come in una cappa oppressiva, fatta di ricatti, pressioni indebite e controlli serrati.
Si notano costanti ed eccessive lettere di contestazione e provvedimenti disciplinari ai lavoratori, che ovviamente sono propedeutici ai licenziamenti.
Alcuni lavoratori qualche anno fa si sono dovuti incatenare fuori dallo stabilimento a seguito del licenziamento e dopo una lunga lotta furono reintegrati.
Altri lavoratori, tutti iscritti al sindacato, furono confinati in un reparto senza nessun tipo di mansione al fine di costringerli ad accettare il licenziamento.
L’azienda ha anche disdettato il contratto integrativo di secondo livello. Non hanno ancora provveduto al pagamento contrattualmente previsto dei flexible benefits di 200 euro dovuti ai lavoratori.
Si demansionano sistematicamente i lavoratori sgraditi degradando così la loro professionalità. Anche la gestione della fase pandemica è stata gestita in modo a dir poco discutibile e senza il coinvolgimento dei rappresentati sindacali dei lavoratori.
Crediamo che un’azienda debba essere fondata sul rispetto della dignità dei lavoratori, delle condizioni di lavoro, sul rispetto delle normative di sicurezza e nel garantire il rispetto e lo sviluppo dei loro diritti e della loro personalità.
Andrebbe promossa l’elevazione professionale dei lavoratori e non la continua denigrazione.
Siamo in una repubblica democratica fondata sul lavoro e non sullo sfruttamento dei lavoratori.
I cantieri nautici risiedono sul demanio marittimo, le concessioni vanno rilasciate solo a chi garantisce il rispetto delle persone che lavorano e nell’interesse della collettività, non del profitto privato.
Le Istituzioni sono chiamate a fare delle scelte importanti, fino a poter valutare la revoca delle concessioni.
Come Fiom apriremo una vertenza e una serie di iniziative contro le condizioni di arretratezza che migliaia di lavoratori stanno subendo nel settore della nautica”.
Lo dichiarano Massimo Braccini, segretario generale Fiom Toscana e Umberto Faita, segretario generale Fiom Massa Carrara
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