L’economia italiana ha avuto di nuovo una forte contrazione nell’ultimo trimestre dell’anno scorso (- 3,5%) ma dalla prossima primavera tornerà a espandersi. Lo afferma la Banca d’Italia nel bollettino economico, secondo cui il Pil nel 2020 ha avuto un crollo del 9,2% a causa della pandemia e tornerà a crescere “in misura significativa dalla primavera, con un’espansione attualmente valutabile nel 3,5% in media quest’anno, nel 3,8% l’anno prossimo e nel 2,3% nel 2023, quando si recupererebbero i livelli precedenti la crisi pandemica”.
“In Italia – spiega Via Nazionale – la crescita superiore alle attese nel terzo trimestre ha evidenziato una forte capacità di ripresa dell’economia. La seconda ondata pandemica ha tuttavia determinato una nuova contrazione del Pil nel quarto trimestre.
Sulla base degli indicatori disponibili, questa flessione è attualmente valutabile nell’ordine di – 3,5%, anche se l’incertezza attorno a questa stima è molto elevata”.
La stima di crescita per quest’anno (+ 3,5%) “risente in misura significativa dell’effetto sfavorevole di trascinamento della flessione del Pil prefigurata per la parte finale del 2020. La dinamica dell’attività è invece più robusta a partire dal secondo trimestre e significativamente più forte nel 2022, grazie allo stimolo delle misure di sostegno”.
Per il 2021-23, aggiunge Palazzo Koch, “gli investimenti riprenderebbero a crescere a ritmi sostenuti, beneficiando delle misure di stimolo, e sarebbe considerevole la ripresa delle esportazioni. Quella dei consumi sarebbe invece più graduale, con un riassorbimento solo parziale della maggiore propensione al risparmio osservata dall’insorgere dell’epidemia. L’inflazione rimarrebbe bassa anche nel corso di quest’anno, per poi salire solo gradualmente nel biennio 2022-23”.
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