La mafia si ‘nutre’ di povertà trovando terreno fertile durante l’emergenza Covid con la Toscana che si conferma uno dei territori privilegiati per attività di riciclaggio e per la realizzazione di reati economico-finanziari su larga scala. E’ quanto emerge dall’ottavo report sugli effetti dell’emergenza sanitaria, elaborato da Caritas Firenze in collaborazione con Fondazione solidarietà Caritas onlus. Nel documento si ricorda che “la pandemia ha contributo a mettere in luce le fragilità strutturali del sistema sociale e lavorativo: molte persone hanno perso il loro impiego, le disuguaglianze sociali sono in costanze aumento” e questo può permettere alle mafie di “inserirsi e trarne profitto”. Si evidenzia poi “come vi sia una stretta correlazione tra i settori più colpiti dalle misure anti-contagio e la presenza di nuove infiltrazioni mafiose”. Nel documento viene ricordato inoltre che a Livorno, nel 2019, è stata sequestrata cocaina per più di una tonnellata. Altri nodi nevralgici ruotano intorno a prostituzione, traffico di rifiuti, gioco d’azzardo (Prato è la città nella quale si gioca di più in Italia) e alla valuta virtuale perché gran parte del riciclaggio di denaro sporco, è stato spiegato, passa attraverso questi canali. “In questo report redatto anche grazie a Libera Toscana e Unicoop Firenze – ha sottolineato Giovanna Grigioni, referente osservatorio Caritas – abbiamo illustrato come mafie, Covid e povertà vadano a braccetto in un circolo vizioso molto preoccupante, dove legale e illegale si intrecciano continuamente”. Secondo il direttore della Caritas diocesana di Firenze Riccardo Bonechi “la crisi generata dalla pandemia, se da un lato ci ha resi più fragili, dall’altra ci pone davanti alla possibilità di una rinascita, attraverso un approccio nuovo e sistemico alla realtà”. (ANSA).
59 minuto di lettura