Cresce il numero dei morti sul lavoro a causa del covid: + 10% a novembre su ottobre. Dieci in Toscana

Le morti sul lavoro per covid nei primi 11 mesi del 2020 sono 366. + 56,2% per le denunce di infortunio non mortale legate al covid. Sono passate dalle 66.781 del mese di ottobre alle 104.328 di fine novembre.

“Il numero delle vittime sul lavoro legate al Covid continua a crescere e sono i dati statistici purtroppo a raccontarlo. Nel solo mese di novembre è stato registrato un incremento del 10% rispetto ad ottobre. Ora i morti sono 366. E, accanto ai decessi, si evidenzia anche uno sconvolgente incremento del numero di denunce per infortunio dovute al contagio: in questo caso rileviamo una vera e propria impennata rispetto al mese di ottobre: + 56,2%. Erano infatti 66.781 nei primi dieci mesi del 2020 e, con il mese di novembre, sono arrivate ad essere 104.328”.

LAVORO. INFORTUNI MORTALI COLLEGATI COVID

Sono 366 i lavoratori che hanno perso la vita nei primi 11 mesi dell’anno. E che, stando alle rilevazioni Inail, rappresentano circa un terzo dei decessi denunciati nel 2020.

A condurre le fila delle morti sul lavoro per Covid è la Lombardia con il 39,3% delle denunce (144 decessi), seguita dal 9,3% dell’Emilia Romagna e del Piemonte (34 decessi), dal 7,9% Campania (29 decessi); dal 6,3% del Lazio (23 decessi), dal 5,2% della Puglia (19 decessi). E la triste graduatoria prosegue con la Liguria (4,9% e 18 decessi), le Marche e l’Abruzzo (3,3% e 12 decessi), Toscana e Veneto (2,7% e 10 decessi), la Sicilia (2,5% e 9 decessi), l’Umbria (1,4% e 5 decessi), la provincia autonoma di Trento e Calabria (0,5% e 2 decessi), Valle d’Aosta, Friuli Venezia Giulia e Sardegna (0,3% e 1 decesso).

Il 15,8% degli infortuni mortali ha coinvolto l’universo femminile. Mentre la percentuale sale a ‘quasi’ il 70% nelle rilevazioni degli infortuni non mortali.

Il 91,5% delle vittime rientra nell’Industria e Servizi. E in questa macroarea produttiva con il 23,7% delle denunce con esito mortale troviamo il settore Sanità e Assistenza Sociale, seguono con il 13,7% dei casi le Attività Manifatturiere (lav. prod. chimici, farmaceutica, stampa, ind. alimentare…), il Trasporto e Magazzinaggio (con il 11,5%), il 10,3% dei casi coinvolge invece il settore dell’Amministrazione Pubblica e Difesa (att.tà degli organi preposti alla sanità es. Asl, legislativi, esecutivi) e il Commercio (9,9%).

Nell’11,8% dei casi si tratta di impiegati, addetti alla segreteria e agli affari generali, il 9,3% delle vittime sono tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti, …), il 6,5% sono medici. E ancora ci sono i conduttori di veicoli a motore 5,9%, operatori sociosanitari con il 5,1 % del totale delle denunce con esito mortale, e il 3,1 % il personale non qualificato nei servizi sanitari e istruzione (portantini, ausiliari, bidelli).

LAVORO. DENUNCE INFORTUNIO COLLEGATE COVID

Le denunce di infortunio con esito non mortale legate al Covid – 19 nel nostro Paese, invece, sono 104.328 (pari al 20,9% del totale – secondo dati Inail). Numeri che colpiscono soprattutto perché sono le donne ad essere maggiormente coinvolte: 7 denunce di infortunio su 10 hanno infatti come protagonista proprio l’universo femminile.

Il 97,8% delle denunce di infortuni non mortali dovuti a contagio da Covid – 19 rientra nell’Industria e nei Servizi. E, come già visto per gli infortuni mortali, è il settore “Sanità e Assistenza Sociale” a far rilevare il maggior numero di denunce con il 68,7% del totale delle denunce. Seguono: l’Amministrazione Pubblica (9,2% delle denunce), il 4,4% delle denunce che giungono dal settore dei servizi di vigilanza, attività di pulizia fornitura di personale e call center; e il 3,3% nelle Attività Manifatturiere.

Circa il 40% delle denunce di infortunio per Covid riguardano i tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti), seguiti dagli operatori sociosanitari (oss assistenti nelle case di riposo) con 18,6% delle denunce; dai medici (9,5%), e dagli operatori socioassistenziali (nelle strutture ospedaliere) 7,6%. E ancora dal 4,7% del personale non qualificato nei servizi sanitari e istruzione (portantini, ausiliari, bidelli); dal 4,3% di impiegati addetti – Impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali; dal 2,2% del personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli.

Alla Lombardia la maglia nera delle denunce di infortunio legate al Covid con il 30,5% del totale nazionale. Seguono: Piemonte 14,8%, Veneto 8,2%, Emilia Romagna 7,7%, Toscana 5,7% (5.945 in numeri assoluti) , Campania 5,5%, Lazio 5,3%, Liguria 4,5%, Puglia 3,2%, Marche 2,5%, Sicilia 2,5%, Marche 2,2%, Provincia Autonoma di Trento 1,8%, Friuli 1,7%, Provincia autonoma di Bolzano 1,6%, Abruzzo e Sardegna 1,4%, Valle D’Aosta 0,6%, Umbria e Calabria 0,5%, Basilicata 0,4%, Molise 0,2%.

Vega Engineering (elaborazione dati Inail)

Conclusioni
Esiste un protocollo anticontagio firmato da governo, sindacati e associazione di impresa, quel protocollo è diventato legge, il numero dei morti e degli infortuni collegati al Covid ci raccontano che non tutto va come dovrebbe. I numeri, sempre loro, ci dicono che ci sono realtà produttive nelle quali leggi ed accordi lasciano il tempo che trovano. nb

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