Una madre ex ospite di una delle case-famiglia gestita dalla cooperativa Serinper – la coop sotto inchiesta per corruzione e traffico di influenze illecite, con otto persone agli arresti domiciliari, tra cui i tre titolari – ha denunciato ai carabinieri di Massa le violenze subite da uno dei suoi figli all’interno della struttura. “Lividi e graffi profondi sul corpo di una bambina di 2 anni, manovre di contenimento violente per farla smettere di piangere e l’obbligo a fare la doccia fredda perché mancava l’acqua calda”, riferisce in una nota il legale della donna, avvocato Francesco Miraglia che oggi chiede “chiarezza sulle tante sentenze collegate a questi operatori” e che “tutti i fascicoli decisi vengano rivisti”. La madre, spiega l’avvocato, aveva già avuto modo di denunciare i comportamenti scorretti commessi dagli operatori della comunità, che avevano detto alla bimba che i suoi genitori – benché vivi e in salute – erano “in cielo” e avevano addirittura cambiato il nome al fratellino, sostituendo quello arabo che i genitori avevano scelto per lui con uno italiano. “Una sorta di lavaggio del cervello – dice Miraglia – per eliminare loro ricordi e identità e per prepararli alla vita con una nuova famiglia”. La comunità in cui questi bambini hanno vissuto per anni è una di quelle gestite dalla Serinper di Massa Carrara, che vede indagati anche un sindaco, funzionari pubblici e un ex giudice onorario del tribunale dei minori di Firenze. “Alla luce dell’inchiesta – conclude l’avvocato – mi pongo un legittimo interrogativo: tutte le dichiarazioni di abbandoni emanate sulla base delle relazioni stilate da queste comunità che fine faranno? Chiediamo pubblicamente che tutti i fascicoli decisi, tenendo conto delle relazioni provenienti da queste comunità, vengano rivisti” (ANSA).
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