Lavoro: Toscana, firmata intesa, 600 nuovi addetti nei Cpi

Entro un anno gli addetti ai Centri per l’impiego della Toscana passeranno dagli attuali quattrocento a circa mille: lo prevede il protocollo d’intesa firmato questa mattina presso la sede della Regione dal presidente Eugenio Giani, dall’assessora regionale al lavoro e alla formazione Alessandra Nardini, e da Cgil, Cisl e Uil. I 53 Cpi attivi in Toscana prendono in carico ogni anno circa 300.000 utenti, e gestiscono le richieste che giungono loro da 20.000 imprese presenti sul territorio. Il protocollo prevede anche l’istituzione di una nuova figura di addetto all’accoglienza, per rafforzare i servizi di prima informazione nei Cpi, e garantire il superamento delle disuguaglianze nell’accesso ai servizi, con particolare riferimento al superamento del divario digitale. Entro fine anno sarà indetta una nuova gara (con risorse residue di precedenti piani di politiche attive, pari a 20 milioni di euro) con la quale saranno garantite prestazioni aggiuntive erogate dai Cpi. “Il perseguimento degli obiettivi che ci siamo dati – afferma Nardini – passa anche attraverso il completamento del processo di riorganizzazione della rete regionale dei servizi all’impiego, teso ad erogare in forma integrata misure di politica attiva del lavoro nei confronti di disoccupate e disoccupati, lavoratrici e lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali e a rischio di disoccupazione, ed offrire percorsi più adeguati ed efficaci di inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro”.
Anche i sindacati, sottolinea la Regione, hanno espresso la loro soddisfazione per la firma. “E’ importante – afferma Ciro Recce, segretario generale aggiunto Cisl Toscana – aver scelto il metodo della concertazione. Con questo protocollo si valorizza il rapporto tra pubblico e privato, che è fondamentale per la Regione, le aziende e per i lavoratori”. Secondo Gessica Beneforti della segreteria Cgil Toscana “da sempre è rilevante lavorare insieme alla Regione alla valorizzazione delle tante professionalità che operano all’interno dei Centri per l’impiego”. Per Flavio Gambini, segretario generale aggiunto della Uil Fpl Toscana “oggi si conclude un percorso che è cominciato con la costituzione dell’Agenzia regionale toscana per l’impiego, che si rafforza ulteriormente. Ci auguriamo possa fornire nuove opportunità a tutti coloro che hanno la necessità di rivolgersi ai Centri per l’impiego”. Gli altri due aspetti messi in rilievo dalle organizzazioni sindacali riguardano l’istituzione del profilo B tra degli addetti ai Cpi, per coloro che si occuperanno dell’accoglienza delle persone che hanno maggiori disagi, e il miglioramento delle sedi dei Centri in termini di comfort e quindi di accoglienza, ma anche rispetto alla quantità di servizi forniti. (ANSA).

Lavoro: Giani, vogliamo potenziare le politiche attive

“Il nostro obiettivo è duplice: da un lato mantenere i livelli occupazionali, dall’altro rafforzare e qualificare i percorsi di transizione e di inserimento nel mondo del lavoro, tramite il potenziamento delle politiche attive del lavoro”. Lo ha affermato Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, il quale oggi ha firmato un protocollo di intesa per potenziare i Centri per l’impiego, che entro un anno passeranno da 400 a mille addetti. “Vogliamo anche potenziare la nostra capacità di risposta nei confronti del sistema delle imprese – ha dichiarato Giani in occasione della firma – con la consapevolezza che un maggior collegamento con il sistema produttivo è condizione imprescindibile per favorire la connessione tra i servizi di orientamento e quelli di intermediazione, per far acquisire ai centri per l’impiego un ruolo operativo più incisivo”. Il governatore ha spiegato ai cronisti che “dal prossimo anno faremo un giorno dedicato ad Arti”, ossia l’agenzia regionale toscana per l’impiego, “e sarà l’occasione nella quale, attraverso una relazione generale, ci renderemo conto di anno in anno, qual è l’andamento e la modalità, non solo numerica, ma di relazione umana, con la quale riusciamo a creare le condizioni per un intreccio sempre più forte fra la società civile, il mondo della formazione, la scuola, i giovani, ed il mondo del lavoro”. (ANSA).

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