Violenza donne: Non una di meno,25 e 28 iniziative in Italia “Paghiamo per prime prezzo emergenza”

In occasione della giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne e contro la violenza di genere, il 25 e il 28 novembre, il movimento femminista NON UNA DI MENO organizzerà iniziative dislocate, flashmob, presidi, campagne social e assemblee virtuali. “Sono prima di tutto le donne a pagare il prezzo dell’emergenza sanitaria in corso – spiega il movimento – I numeri parlano in generale di vite a rischio e di responsabilità collettiva ma non siamo tutti sulla stessa barca. Le conseguenze del lockdown si misurano nei dati della violenza domestica destinati ad aumentare ancora con le nuove misure di confinamento, con i centri anti-violenza femministi e le case rifugio che hanno dovuto far fronte a un’emergenza nell’emergenza per non lasciare nessuna da sola e con l’accesso all’aborto che è diventato ancora più complicato. Come in tempi di normalità, la famiglia e la casa continuano ad essere luoghi di oppressione e di conflitto, i tribunali e gli ospedali luoghi di violenza istituzionale. I cimiteri dei feti ne sono l’emblema”. “In questi mesi le nostre vite sono state travolte, non ci siamo mai fermate – dicono ancora – Lavoratrici e madri sono obbligate a un’impossibile conciliazione tra lavoro e famiglia, tra salario e salute. Ma sono soprattutto le donne e le persone lgbtqia+, migranti, precarizzate e non garantite a pagare la crisi e a perdere per prime il lavoro. Il ricorso sistematico al lavoro gratuito, precario o malpagato non è corrisposto da nessuna valida misura di sostegno al reddito e al salario, dall’inclusione nel welfare, dal supporto per la cura di bambini, malati e anziani”. Per Non una di meno “la tenuta della sanità e della scuola mostra un sistema sociale distrutto dalle politiche di austerity e fondato sulle diseguaglianze. È necessario un cambio di rotta radicale già a partire dall’utilizzo del Recovery Fund. Pretendiamo che le risorse vadano a finanziare sanità e scuola pubblica, a garantire un reddito di autodeterminazione, un salario minimo europeo e un welfare veramente universale e non familistico che liberi le donne dal carico esclusivo del lavoro di cura. Lottiamo per un permesso di soggiorno europeo slegato dalla famiglia e dal lavoro, per le risorse ai centri anti-violenza femministi e alle case rifugio, per un nuovo piano antiviolenza che metta al centro autonomia e autodeterminazione”. Il 20 novembre si svolgeranno iniziative in connessione con il Transgender day of Remembrance. (ANSA).

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