I blocchi delle auto in caso di emergenza smog nelle citt funzionano poco perch agiscono su una sola fonte di emissioni di polveri atmosferiche, su alcune categorie di veicoli e in determinati orari, e, di fatto diminuiscono solo una frazione del Pm10. Ma senza i blocchi la qualit dell’aria sarebbe peggiorata e le concentrazioni sarebbero salite di pi. Cos il direttore dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico (Iia) del Cnr, Cinzia Perrino, interpellata sulle alternative ai blocchi del traffico urbano per fermare la corsa dello smog. Le emissioni – spiega Perrino – provengono dai veicoli (emissioni da traffico attraverso le marmitte); dal risollevamento delle polveri dall’asfalto al passaggio dei veicoli, un effetto provocato da tutti i tipi di veicoli, alimentati con qualsiasi carburante; anche dal mare in piccole percentuali, e questo vale per le citt costiere; da polveri secondarie che si formano da specie gassose prodotte in parte dalle piante, in parte dall’uomo nell’attivit agricola e di allevamento, in parte dalle missioni antropogeniche; dal riscaldamento con fonti legnose. Il lavaggio delle strade – continua l’esperta del Cnr – utile e in alcune citt stato adottato, e certamente con le strade bagnate le emissioni da suolo sono praticamente nulle ma solo fino a quando l’asfalto resta bagnato. Se il clima secco come in questo periodo, e senza piogge, l’effetto limitato nel tempo. La ricetta, secondo il direttore dell’Istituto sull’ inquinamento atmosferico, quella di diminuire il numero di veicoli circolanti, indipendentemente dal tipo di carburante utilizzato, e incentivare l’uso del trasporto pubblico e della mobilit sostenibile, come i monopattini elettrici e le biciclette, ove questo sia possibile. (ANSA).
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