Ci si sposa di pi, ma sempre pi vecchi e sempre pi facendo ricorso al rito civile, con l’eccezione del sud Italia dove la chiesa resta la prima scelta delle coppie. Il maggior numero di nozze tra persone dello stesso sesso e di bambini nati fuori dal matrimonio, invece, nelle grandi citt . Il report dell’Istat su matrimoni e unioni civili nel 2018 l’ennesima fotografia dell’Italia: un paese in cui l’et sempre pi alta, dove sempre pi difficile metter su famiglia e dove le scelte che mettono in crisi la tradizione fanno fatica ad attecchire nel paese pi profondo. E dunque: nel 2018 sono stati 195.778 i matrimoni celebrati, il 2,3% in pi dell’anno precedente, vale a dire circa 4.500. Di questi, oltre la met – 98.182, il 50,1% – sono avvenuti con rito civile, una formula che in costante aumento (nel 1970 erano il 2,3% del totale, nel 2008 il 36,7%) e che nel nord Italia rappresenta ormai il 63,9% del totale delle nozze. Nel sud del paese, invece, due matrimoni su tre (il 69,6) si celebrano ancora in chiesa. E alla tradizione restano legati i pi giovani, visto che la percentuale degli under 30 che scelgono il rito civile (24,8%) inferiore a quella di chi si sposa in et pi matura (37,8%). Degli oltre 195mila matrimoni, 33.933 – il 17,3% del totale – hanno avuto almeno uno degli sposi straniero. Nel nord e nel centro, dove la presenza degli stranieri pi radicata, parliamo di un matrimonio su quattro. Il dato del 2018 comunque nettamente inferiore a quello di 10 anni fa, quando ci furono 246.613 matrimoni. Un numero che va di pari passo con il calo delle prime nozze: nel 2018 sono state 156.870 (un dato comunque in crescita rispetto alle 152.500 del 2017) contro le 212.476 del 2008. Un calo da mettere in diretta relazione con l’aumento delle unioni civili che, dal 1997-98 sono pi che quadruplicate, passando da circa 329mila a un milione e 368mila. Una modalit di fare famiglia – dice l’Istat – sempre pi diffusa anche in caso di figli: l’incidenza di bambini nati fuori dal matrimonio in continuo aumento, nel 2017 quasi un nato su tre ha genitori non coniugati. L’altro dato che balza agli occhi che ci si sposa sempre pi vecchi: gli uomini arrivano al primo matrimonio con una et media di 33,7 anni (nel 2017 era 32,1), le donne con 31,5 (era 29,4). Quali sono le cause? La prima, dice l’Istat il ‘degiovanimento’ del paese: in dieci anni (dal 2008 al 2018) la fascia di popolazione tra i 16 e i 34 anni e calata di 12 milioni e questo ha avuto una ripercussione proprio sulle prime nozze dei giovani di quella fascia d’et , calate di circa 10 punti percentuali rispetto a dieci anni fa. La seconda invece la prolungata permanenza dei giovani in famiglia: secondo le statistiche il 67,5% dei maschi (+1,3% rispetto a 10 anni fa) e il 56,4% (+3%) delle donne tra i 18 e i 34 anni vive in casa. Una situazione, sottolinea ancora l’Istat, dovuta all’aumento della scolarizzazione e all’allungamento dei tempi formativi, alle difficolt che incontrano i giovani nel mondo del lavoro, alla condizione di precariet del lavoro stesso e alle difficolt di accesso al mercato delle abitazioni. Quanto alle unioni civili tra persone dello stesso sesso, nel 2018 sono state 2.808, con una prevalenza di uomini (il 64,2% del totale). IL 37,2% stato costituito nel nord ovest e il 27,2% dal centro, ma soprattutto nelle grandi aree urbane che si concentra il maggior numero. Delle 2.808 unioni infatti, il 32,7% stato celebrato nella grandi citt e quasi il 20% tra Roma e Milano, dove l’incidenza sul totale della popolazione rispettivamente di 10,1 e 18,7 ogni 100mila abitanti. Al sud, soltanto Napoli e Palermo fanno segnare invece valori superiori all’1 per 100mila abitanti.(ANSA).
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