La solitudine un costo aggiuntivo per il nostro servizio sanitario, lasciare soli gli anziani li fa ammalare prima e di pi. Cos Andrea Ungaro, professore di medicina interna e geriatria dell’Universit di Firenze e direttore di geriatria e terapia intensiva geriatrica dell’ospedale di Careggi spiega i costi non solo umani ma anche sociali ed economici della solitudine durante il convegno ‘Nemica solitudine’ che si conclude oggi nel capoluogo toscano. La solitudine genera malattia – spiega Ungaro -, in particolare cardiovascolare perch velocizza il decadimento cognitivo e cos cresce la mortalit . Eppure per battere la solitudine basta poco. Tre le possibili azioni individuare da Ungaro: Come cittadini – spiega – possiamo fare tanto con poco. Prendiamo ad esempio i condomini dove vivono anziani soli. Invitiamoli a pranzo o a cena insieme alla nostra famiglia, mangiamo con loro. Loro avranno un obiettivo e quest’obiettivo gli dar energia positiva perch sanno che quel giorno l c’ un appuntamento, un impegno. ? una energia positiva che produce salute oltre che benessere globale per l’anziano. Un’azione che invece possono fare le amministrazioni locali porre le strutture per gli anziani nei centri delle citt vicino a asili, scuole, parchi. Terza azione, per Ungaro, aprire gli ospedali, al pomeriggio teniamoli aperti per amici e parenti: non danno noia, ma al contrario aiutano l’anziano ricoverato a stare meglio. E se sta meglio alla fine ci costa anche meno. E’ dimostrato ad esempio che aprire le terapie intensive ai parenti riduce le complicanze cardiovascolari durante il ricovero.(ANSA).
33 minuto di lettura