Trova posto in un asilo nido poco pi di un bimbo su cinque, ma la copertura assai variegata fra le diverse Regioni: si va dal 34,3% dell’Umbria al 6,7% della Campania (solo tre bimbi su 50) e ben sei regioni sono sotto la media nazionale (21,7%). Questi i dati dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, realizzato nell’ambito del progetto Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino, finanziato dal Ministero dello Sviluppo economico. Dal rapporto emerge che sono 11.017 i nidi in Italia, di cui 6.767 privati e 4.250 pubblici; i posti disponibili sono 320.296, distribuiti fra 153.316 privati e 166.980 pubblici. Notevoli le differenze regionali: pi forte la prevalenza di posti nei nidi pubblici in Basilicata, Emilia Romagna, Molise, Piemonte, Sicilia, Toscana, trentino Alto Adige; nei nidi privati invece in Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Puglia, Sardegna, Veneto; equilibrata nelle altre regioni.La percentuale di copertura a livello nazionale – si legge nel Rapporto – pari al 21,7% della potenziale utenza (bambini residenti sotto i 3 anni di et ), ma con notevoli differenze tra le singole regioni: in negativo si distingue la Campania, con una copertura pari appena al 6,7%, in positivo l’Umbria con il 34,3%; sotto la media nazionale sei regioni: Campania (6,7%), Calabria (8,8%), Sicilia (9,3%), Puglia (13,6%), Basilicata (14,2%), Abruzzo (19,9%). Dunque tutte le regioni meridionali sono ben al di sotto della media di copertura, fa eccezione la Sardegna che raggiunge il 26,1%. Tra il 2004 e il 2012 le risorse messe a disposizione dai Comuni per gli asili nido sono cresciute del 47%, passando da 1,1 a 1,6 miliardi di euro; tra 2012 e 2014 si registrata una contrazione della spesa, nel triennio 2014-2016 una stabilizzazione, con una spesa complessiva per i servizi per l’infanzia nel 2016 di circa 1 miliardo e 475 milioni di euro. La quota a carico degli utenti sul totale della spesa passata dal 17% del 2004 al 20% del 2013, mentre dal 2015 si attesta al 19,4%. La quota percentuale a carico delle famiglie pi elevata della media in dieci regioni, in vetta il Veneto dove le famiglie contribuiscono del 26,2% rispetto alla spesa complessiva, all’estremo opposto la Sicilia le cui famiglie contribuiscono per una quota pari al 6,3%. Ci troviamo in un contesto in cui l’incompatibilit tra l’occupazione lavorativa e le esigenze di cura della prole, rappresenta un motivo di dimissioni e risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri per il 36% dei casi su un totale di 35.963 provvedimenti (dati Ispettorato del lavoro). La fotografia che emerge dal nostro dossier evidenzia che, sul fronte dell’offerta del servizio di asili nido comunali, ancora tanti passi devono essere fatti per contribuire concretamente a ridurre le diseguaglianze e accelerare il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile del nostro paese, spiega Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva. (ANSA).Scuola: asili nido, spesa media da 303 euro al mese Cittadinanzattiva,retta pi alta in Trentino,pi bassa in MoliseUna famiglia media italiana, con un bimbo al nido, spende al mese 303 euro nell’anno in corso, +0,9% rispetto al 201819. I dati arrivano dall’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva, realizzato nell’ambito del progetto Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino, finanziato dal Ministero dello Sviluppo economico e mostrano una Italia divisa su tariffe, posti disponibili, agevolazioni per le famiglie: al Nord si registrano le rette pi alte, ma anche maggiori misure di agevolazione per le famiglie; il Sud invece pi contenuto sui costi, seppur in aumento rispetto all’anno precedente, pecca sulla disponibilit di posti. La retta pi alta in Trentino Alto Adige, pari a 472 euro in media, quella pi bassa in Molise, 169 euro. Le regioni settentrionali si caratterizzano per una spesa media per le famiglie pi elevata, ma in decremento rispetto all’anno precedente, stabile la spesa al Centro e in aumento invece nelle regioni meridionali (+5,1%). Lecco il capoluogo pi costoso con 515 euro di spesa media a famiglia, Catanzaro il pi economico con 100 euro. Ad Andria incremento boom del 105,5% (si passa dai 146 euro del 201819 ai 300&euro dell’anno in corso).A livello comunale, il 48% prevede esenzioni dal pagamento della retta per le famiglie in stato di disagio economico e gi seguite dai servizi sociali. A livello regionale, dieci regioni quasi esclusivamente del Centro Nord (Emilia Romagna, FVG, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta) hanno emanato disposizioni per contenere o abbattere i costi a carico delle famiglie. In relazione alle Carte dei servizi, essa presente nell’81% delle amministrazioni prese in esame, ma anche questo dato mostra molte discrepanze territoriali: la carta assente nel 40% dei capoluoghi di provincia del Sud, nel 12,5% di quelli del Centro e nel 6% dei capoluoghi del Nord. Sono previsti strumenti per rilevare la soddisfazione delle famiglie nell’80% delle Carte dei servizi dei capoluoghi settentrionali, nel 67% di quelli dell’Italia centrale e nel 43% dei capoluoghi del Sud. Con riferimento al rapporto numerico fra educatori e bambini, le singole leggi regionali stabiliscono misure differenti: ad esempio, nella fascia 0-12 mesi si va da 1 educatore ogni 5 bambini in 8 regioni, ad 16 in sette regioni, 17 in due regioni, fino ad arrivare ad 18 in quattro regioni. Tutti i dati su tariffe, agevolazioni, qualit e tutela, per singolo capoluogo di provincia, sono disponibili sulla piattaforma interattiva INFORMAP al link www.cittadinanzattiva.itinformap. Da oggi online le informazioni sugli asili nido, a seguire sugli altri servizi pubblici locali: rifiuti, trasporti, acqua. (ANSA).
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