Dai progetti di autonomia differenziata sarebbe escluso il personale della scuola e il sistema di istruzione rimarr unitario: se le cose stanno cos una buona notizia per la scuola e l’istruzione da ricondurre alle tante iniziative messe in campo in questi mesi dai sindacati dell’Istruzione che hanno portato all’Intesa sottoscritta il 24 aprile scorso a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Conte e il ministro Bussetti. Ma attendiamo di leggere i testi per misurare la coerenza degli impegni governativi sulla completa esclusione del sistema Istruzione da ogni ipotesi di regionalizzazione, tema sul quale quale non transigeremo. A dirlo Francesco Sinopoli, segretario generale della FLC CGIL. Non invece una buona notizia – aggiunge – ci che si legge in merito alla facolt delle regioni di aumentare il periodo minimo di permanenza nella stessa sede di servizio anche in deroga ai limiti stabiliti dalla legge nazionale che gi stabilisce un periodo minimo di permanenza di cinque anni. Questo costituisce di per s una inaccettabile intrusione nelle materie di regolazione contrattuale e attribuire alle regioni una facolt come questa solo l’esito di uno scontro nel governo di cui si fanno pagare le conseguenze al personale. Anche la mobilit , al pari di tutte le altre materie, va esclusa dalla regionalizzazione. La contrattazione nazionale, come ha gi fatto in passato, in grado di farsi carico del tema della qualit del servizio e della continuit didattica. Piuttosto – conclude Sinopoli – ci aspettiamo che il governo rispetti tutti i punti dell’Intesa sottoscritta con i sindacati dell’Istruzione, a partire dal rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro, con il necessario investimento di risorse a partire dalla prossima legge di stabilit . (ANSA).
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