Tra i lavoratori della Regione Toscana, quelli ?storici? e quelli transitati dalle Province con la Legge Delrio, esistono differenze salariali di centinaia di euro che vanno cancellate, poich? rappresentano una vera e propria iniquit? di trattamento tra dipendenti dello stesso ente che svolgono funzioni analoghe. E? un tema che attraversa tutte le Regioni e da tempo denunciamo questa disparit? a tutti i livelli, perch? non possono essere le lavoratrici e i lavoratori a pagare le scelte compiute loro malgrado.Ma da cosa dipendono queste differenze di stipendio? C?? un preciso dettato normativo che cristallizza il salario accessorio dei dipendenti ex provinciali transitati in Regione ai livelli di quanto percepito dai propri Enti di appartenenza nel 2014, prevedendo la possibilit? di adeguare i salari accessori solo dopo il rinnovo del Contratto Nazionale di categoria.Da qui la nostra battaglia messa in campo sulla Legge di Bilancio, che ha segnato una prima vittoria con l?accoglimento dell?emendamento che ha rimosso il dannoso tetto sui fondi che non avrebbe consentito l?omogeneizzazione. La partita ora passa sul tavolo del rinnovo del Contratto Nazionale, che dovr? definire come questo processo di armonizzazione avverr? nell?ambito della contrattazione decentrata della Regione Toscana.Rassicurano solo in parte le parole dell?Assessore Bugli, a cui comunque ricordiamo che la nostra richiesta ? chiara: adeguare i livelli retributivi verso l?alto subito nel primo contratto decentrato, senza spalmature o lungaggini. E su questo la Fp Cgil, con i suoi delegati Rsu, si ? fatta promotrice di una richiesta di incontro perch? da subito il tavolo di trattativa inizi a confrontarsi. La Fp Cgil ritiene che tutti i dipendenti meritino di veder valorizzata la loro professionalit?, a partire non solo dall’equiparazione verso l’alto del salario accessorio, ma anche da percorsi di crescita professionale che da troppo tempo risultano fermi anche in Regione.L’autrice ? Segretaria Generale Fp Cgil Toscana(l’intervento ? stato pubblicato su La Nazione – pagine regionali – il 23 gennaio 2018)
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