A puntare l’indice contro la disparit di genere in tema di retribuzioni l’Onu in un rapporto sul divario salariale uomo-donna.Dati alla mano, una donna guadagna in media 77 centesimi, laddove un uomo guadagna un dollaro. E il futuro non fa ben sperare: il gap migliora lentamente e secondo l’Onu, in assenza di azioni forti, ci vorranno oltre 70 anni per colmarlo.Ad aggravare il gap salariale contribuisce tutta una serie di fattori: dalla minore partecipazione al mercato del lavoro alla mancata retribuzione per il lavoro domestico, alla discriminazione. E il divario si acuisce con l’et ed in presenza di figli: secondo le stime ad ogni nascita le donne perdono in media il 4% del loro stipendio rispetto a un uomo, i padri invece vedono invece il loro reddito crescere del 6%. Ma tra i paesi sussistono differenze rilevanti, anche se le metodologie usate dalle diverse organizzazioni non sono omogenee. Basandosi sui dati Ocse, emerge che in Giappone il gap al 25,7%, negli Usa al 18,9%, in Gran Bretagna al 17.1%, in Germania al 15,7%. Secondo l’organizzazione internazionale del lavoro nel 2015 fa parte della popolazione attiva il 76,1% degli uomini, ma per le donne la percentuale scende al 49,6%. Le donne inoltre dovrebbero lavorare tre mesi in pi rispetto agli uomini per colmare il differenziale. Tra gli interventi in favore della parit salariale sicuramente l’Onu indica politiche in favore del part-time e che facilitino i congedi parentali e maggiore assistenza per l’inflanzia. L’Italia se si considera il reddito annuo lordo (RAL)ÿ secondo il Gender Gap Report 2017 di JobPricing, si colloca, al 50esimo posto nel mondo per gap salariale tra uomini e donne, sotto – cio con divari pi ampi – a molti Paesi europei come Francia, Finlandia, Spagna e altri.
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