di Emanuele Imperiali. Oggi il Mezzogiorno non ha bisogno solo di strade, ma di asili nido, di Universit di livello, di elevata qualit dei servizi. E di una politica industriale degna di questo nome. Susanna Camusso ha una ricetta chiara per il Sud e non fa sconti a nessuno. In questa intervista a ®L`Economia del Mezzogiorno¯ la leader della Cgil usa il linguaggio delle schiettezza.Segretaria, il ministro De Vincenti plaude a un 2017 anno di svolta per il Sud. Condivide?®La positivit dell?anno concluso sta nell?aver fermato la crescita del divario col Nord. Ma per chiuderlo servono strumenti diversi da quelli utilizzati finora, altrimenti non si riesce a dare una risposta al tema della crescita senza occupazione. Incentivi e sgravi non producono lavoro. ? vero, si aperta la fase dei patti regionali, ma continua a esserci un gap tra impegni e attuazione¯.Perch, secondo lei?®Per due motivi. Primo, la scelta del governo di fare singoli accordi, al di fuori di una visione unitaria del Sud. Questi patti sono la somma di cose da fare elencate in passato, con scarso tasso di innovazione. Secondo, nel Mezzogiorno c? un tema dirimente, la qualit e il tasso di modernizzazione della Pa. I territori meridionali pagano, pi degli altri, dieci anni di blocco del turn over, esternalizzazioni, appalti, come dimostra la sanit in Campania. In questo modo non si coprono i divari e si rende pi lunga la strada per spendere le risorse e tradurle in occupazione vera¯. Oggi la vera questione si chiama spopolamento, giovani che abbandonano il Sud, crisi demografica, invecchiamento della popolazione. Come la si affronta?®Non un caso che, quando la Cgil lanci il laboratorio Sud, la prima iniziativa messa in campo riguard l?Universit . L?idea del Fondo di finanziamento degli Atenei un disastro, avvantaggia solo le eccellenze e non alza la qualit dell?istruzione nel meridione. Eppure questo un requisito indispensabile per rilanciare la capacit manifatturiera del Sud e la qualit dei servizi alle imprese, dalla logistica all?innovazione dei prodotti¯.Esiste secondo lei oggi una Questione del Nord?®Date per acquisite la capacit competitiva e di esportazione di queste aree, la Questione del Nord una sola: non pu pensare a svilupparsi ulteriormente se non riparte la crescita complessiva del Paese e quindi, anche del Sud. Non si pu immaginare che il Nord produca e il Sud consumi. Diciamolo con forza: un pezzo del Paese non pu fare a meno dell?altro¯.Eppure nelle rivendicazioni referendarie di Lombardia e Veneto questa componente traspare in modo evidente.®Il federalismo fiscale e il regionalismo sono rimasti a met del guado. Oggi i bilanci regionali sono bilanci di gestione e di trasferimenti di risorse dal centro. Con ci non nego le responsabilit delle classi dirigenti meridionali circa l`uso delle risorse. Ma alla Cgil preoccupa questa richiesta di maggiore autonomia oggi, che viene non solo da Regioni del Nord, ma anche del Sud come Puglia e Campania. Guai a un sistema a velocit multiple che rischia di alimentare solo diseguaglianze. Su questi temi bisognerebbe discutere con seriet e rigore costituzionale. Prendiamo il caso dell?istruzione: non pu essere materia da regionalizzare, sarebbe un punto di rottura dell?unit del Paese¯.Eppure qualche forza politica, anche in chiave pre-elettorale, gioca strumentalmente su queste parole d?ordine.®Sostenere che le risorse fiscali debbano restare quasi integralmente dove si producono non autonomismo, secessionismo. Io temo che molti abbiano quest?obiettivo, non a caso questo disegno si accompagna con la proposta della flat tax che favorisce i ricchi e penalizza i poveri. E non dimentichiamoci che il disagio sociale una delle ragioni che impediscono al Paese di rimettersi in moto¯.Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha fatto l?apoteosi di lavori come i camerieri e gli addetti agli hotel, per dimostrare che la ripresa c?.®? l?apoteosi del lavoro dequalificato. E strizza anche l?occhio al sommerso. Noi siamo la seconda nazione industriale d?Europa, e dobbiamo porci il quesito di come mantenere questa posizione. Ci anche il frutto di una distribuzione industriale su tutto il territorio. Non ci si pu inventare alternative. Intendiamoci, importante che Napoli abbia un boom turistico ma non puoi pensare di far vivere un?area metropolitana di 3 milioni e mezzo di abitanti trasformando tutti incamerieri e portieri d?albergo¯.Ancora oggi il Sud ha tanti poli di eccellenza nell?industria.®Ci sono, vero, ma il tema , come li metti in rete, come ne fai non solo dei fiori all?occhiello. Il turismo anche un?attivit industriale se pensiamo alle numerose attivit che l?accompagnano. Ma senza manifatturiero il Sud non va da nessuna parte: per questo, quando nella prima versione del Piano Industria 4.0 c?erano solo due Politecnici del Nord, come sindacati abbiamo fatto una battaglia per inserire anche la Federico II e il Politecnico di Bari¯.Nella campagna elettorale il Sud scomparso.®In questa campagna elettorale, che certo non attrattiva per la gente che deve andare a votare, si gioca a chi la spara pi grossa, invece di porsi domande su che fare, per esempio, per il Mezzogiorno. Purtroppo non mi meraviglia, se pensiamo che le forze politiche sostengono che non compito dei governi occuparsi di politica industriale, basta dare qualche incentivo o un manciata di sgravi e poi il mercato che decide tutto¯.
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