La Commissione europea ha pubblicato le sue proposte per una nuova direttiva (abrogando cos quella del 1991) sulle condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell’UE. ?La proposta della Commissione integra e aggiorna gli esistenti obblighi di informare tutti i lavoratori riguardo alle loro condizioni di lavoro e stabilisce nuove norme minime per garantire che tutti i lavoratori, inclusi quelli che hanno contratti atipici, beneficino di maggiore prevedibilit e chiarezza in materia di condizioni di lavoro?. L’iniziativa fa seguito a due risoluzioni del Parlamento europeo: quella del 19 gennaio 2017 su un pilastro europeo dei diritti sociali, che chiede una direttiva quadro sulle condizioni di lavoro dignitose in tutte le forme di occupazione, e quella del 4 luglio 2017 sulle condizioni di lavoro e l’occupazione precaria, che chiede una revisione della direttiva del 1991 per tenere conto delle nuove forme di lavoro subordinato.Cosa c? di buono? Vengono inserite eo aggiornate alcune tutele generali:integrando nell’ambito di applicazione della direttiva forme di lavoro subordinato che al momento sono spesso escluse, come i lavoratori domestici, i lavoratori a tempo parziale marginale o quelli con contratti di brevissima durata, ed estendendola a nuove forme di lavoro subordinato come i lavoratori a chiamata, i lavoratori pagati a voucher e i lavoratori tramite piattaforma digitale;garantendo che i lavoratori ricevano un fascicolo informativo aggiornato e ampliato sin dal primo giorno del rapporto di lavoro, e non due mesi dopo come accade attualmente;stabilendo nuovi diritti minimi, quali il diritto a una maggiore prevedibilit del lavoro per coloro che lavorano per lo pi con un orario variabile, la possibilit di chiedere la transizione a una forma di occupazione pi stabile e di ricevere una risposta scritta o il diritto alla formazione obbligatoria senza deduzione dello stipendio;Anche se queste proposte accolgono alcune delle nostre (CES e UNI Europa) richieste (dichiarazione scritta da ricevere al pi tardi il primo giorno di lavoro, piattaforme online da considerare come datori di lavoro, informazioni da fornire sui contratti collettivi, formazione da fornire gratuitamente al lavoratore, diritto al risarcimento, protezione dal licenziamento e inversione dell’onere della prova, protezione dei rappresentanti sindacali del posto di lavoro) questi punti sono ancora molto deboli e non sufficientemente dettagliati.La preoccupazione che la Commissione continui ad accogliere nuove forme di lavoro atipico come mezzo per creare posti di lavoro e stimolare la crescita in Europa. Sebbene riconosca in parte che questi hanno portato ad una maggiore instabilit e alla mancanza di prevedibilit per i lavoratori, non richiede che i modelli di occupazione tradizionali rimangano la norma, che vengano vietati gli zero-hour e altri contratti abusivi; non sottolinea che la creazione di posti di lavoro e la crescita devono basarsi solo su condizioni sociali e lavorative dignitose.Inoltre, non chiaro il campo di applicazione della direttiva in quanto afferma solo che si applicher a tutti i lavoratori nell’Unione. Secondo il comunicato stampa di accompagnamento, questo include lavoratori on-demand e di piattaforma – cosa che accogliamo con favore ? Non si comprende se questo include anche lavoratori autonomi e lavoratori temporanei, come aveva richiesto il sindacato Europeo. Secondo la CES, i lavoratori autonomi sarebbero al di fuori della portata della direttiva.Le proposte continuano anche ad includere una clausola di esclusione per i lavoratori con un rapporto di lavoro inferiore alle 8 ore al mese, che richiedono lo sviluppo di modelli di documenti scritti, anche se questi potrebbero avere un impatto negativo sugli accordi collettivi, impongono limiti ai lavoratori in grado di transizione verso un’altra forma di occupazione e non obbligano i datori di lavoro a rispettarlo, e vi una mancanza di chiarezza sui periodi di prova – tutti contro i quali UNI Europa si opposta. La CES e UNI Europa concordano sul fatto che, sebbene siano stati apportati alcuni miglioramenti, queste nuove proposte non sono un punto di svolta e potrebbero effettivamente avere conseguenze negative per i lavoratori che cercano di uscire da una situazione lavorativa precaria.Nonostante queste perplessit , che definiscono il lavoro da fare come sindacati europei, questa Direttiva pu essere un?occasione da non perdere per rimettere al centro il valore del lavoro con i nostri parlamentari Eu, spingendo il lavoro di lobby che la CES ed UNI Europa rafforzeranno per la piena tutela dei diritti dei lavoratori, dal momento che queste proposte vanno ora al Parlamento europeo e al Consiglio. Il rinnovo del Parlamento Eu nel 2019 pu diventare un?occasione per parlare del tema del lavoro con le forze politiche che si ricandideranno.Firmato: Anna Maria Romano
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