Si tratta per il rinnovo, il punto di maggiore attrito l’aumento retributivo. Federmeccanica offre un incremento calcolato sull’inflazione effettiva (e non attesa), peraltro a scalare negli anni, netto il no di Fim, Fiom e UilmE’ riperesa alle ore 13 di oggi (marted 8 novembre) la trattativa tra Federmeccanica-Assistal con Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil sul rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. In programma un vertice di carattere ?politico? (cui parteciperanno le segreterie nazionali dei sindacati e una delegazione allargata degli industriali), nel quale verr affrontata la questione del salario. ?Andremo a verificare ? ha chiarito nei giorni scorsi il segretario generale Fiom Maurizio Landini ? se ci sono le condizioni per andare verso una fase pi stringente del negoziato o se permangono punti di diversit ?. Nuovi incontri sono gi in calendario per gioved 10 e venerd 11 novembre.La vertenza dura ormai da quasi un anno e ha gi collezionato 20 ore di sciopero. L?accordo tra le parti non ancora vicino, il punto di maggiore attrito il salario. Federmeccanica offre un aumento non pi sull’inflazione attesa ma su quella effettiva a consuntivo: un incremento quindi stabilito dopo, e non in anticipo come si usa di solito. L?aumento peraltro sarebbe ?zero? nel 2016 (perch secondo le imprese sarebbe gi stato pagato) e ?pieno? (ossia al 100 per cento) solo nel 2017, mentre negli anni seguenti sarebbe a scalare: 75 per cento nel 2018 e 50 per cento nel 2019.Il ?decalage? dell?adeguamento salariale fermamente rifiutato dai sindacati. ?Prevedere un decalage sull’inflazione e chiedere gli assorbimenti di fatto programmare una riduzione dei salari? ha commentato il segretario generale Cgil Susanna Camusso. La misura, invece, altrettanto fermamente ribadita da Federmeccanica. ?Noi restiamo coerenti con la nostra impostazione di rinnovamento contrattuale? ha spiegato il direttore generale Stefano Franchi: ?L’obiettivo e resta quello di rendere marginale la parte retributiva nel contratto nazionale, che porta pochi benefici ai lavoratori e in proporzione costa troppo alle imprese, rendendo centrale invece il welfare, che risponde ai reali bisogni delle persone con un costo sostenibile per le aziende?. da rassegna.it
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