E’ iniziato il nuovo anno.Nel suo discorso augurale il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha sottolineato, con un messaggio di verit? e coraggio, le potenzialit? e i rischi per il nostro Paese. Ha indicato nella crisi sociale che il Paese attraversa il cuore della sfida per il 2013. Il Presidente Napolitano non ha fatto un generico riferimento ad una generica crisi. Non ha parlato della crisi finanziaria del 2008 e neppure di quella del debito del 2011 ma ha voluto indicare il punto esatto nel quale la crisi si ? collocata dopo la sua ultima metamorfosi.La crisi, nelle sue molteplici mutazioni genetiche, si ? infatti trasformata in crisi sociale falcidiando cos lavoro ed equit?, polarizzando la ricchezza e mettendo ai margini della vita sociale e politica intere generazioni. Proprio nella necessit? di politiche che affrontino questi temi si ? rivolto l?invito al cambiamento da parte del Presidente Napolitano, il quale ha voluto sollecitare la politica ed i partiti ad abbandonare sterili polemiche ed a concentrarsi sulle proposte per il rilancio democratico e sociale del Paese in modo da ricostruire su questo terreno un positivo rapporto con i cittadini.Le prossime scadenze elettorali saranno un importante banco di prova. Lo saranno anche in ragione di altri appuntamenti che coinvolgeranno l?Europa, perch? tutta l?Europa ? arretrata sul piano sociale e unita deve ritrovare il senso della nuova missione: il lavoro e l?eguaglianza.Il ritorno della centralit? del ruolo della politica non riduce le nostre responsabilit?. Il sindacato non pu? e non deve diventare spettatore in attesa che il nuovo quadro politico disveli le proprie potenzialit?. Al contrario, deve svolgere fino in fondo il proprio compito sul piano della proposta, della tutela e soprattutto della contrattazione.Ed ? proprio questo l?augurio per il nuovo anno, l?augurio semplice di : Buon lavoro!P.S.:Al messaggio augurale del Presidente della Repubblica se ne sono aggiunti altri, il Papa, il Presidente della Regione Toscana e altri ancora. Tutti hanno, con parole e stili diversi, sottolineato il valore del lavoro e l?impegno che deve essere profuso per la difesa dell?occupazione. Il Sindaco di Firenze, che vuol sempre distinguersi per originalit?, il giorno di fine anno ha invece inviato 10 lettere di licenziamento a danno di altrettanti lavoratori del Teatro Comunale. Licenziamenti contro lavoratori che avevano fatto, con tutti gli altri colleghi, sacrifici importanti per salvare il Teatro dai tagli e dalla gestione della direzione aziendale. Un atto che colpisce i deboli e salvaguardia i forti.A quei lavoratori e a tutti quelli del Maggio la nostra solidariet?!
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