Dopo tanto tempo, una inversione di tendenza che favorisce l’affermazione dei diritti degli immigrati in Italia. E’ questo il primocommento a caldo che possiamo esprimere dopo la decisione del Consiglio dei Ministri di varare il decreto legislativo, di recepimento di una direttiva comunitaria del 2009, con la quale si stabilisce che un datore di lavoro condannato, anche con sentenza non definitiva, per i reati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, di reclutamento di persone da destinare alla prostituzione o allo sfruttamento della prostituzione, o di minori da impiegare in attivit? illecita, di intermediazione illecita, di sfruttamento del lavoro o di assunzione di lavoratori privi di permesso di soggiorno, ovvero con permesso scaduto, non potr? poi ottenere il nulla ostaper successive attivit? imprenditoriali.”Questo provvedimento d? due risposte concrete al problema, garantisce alle persone immigrate che denunciano tali reati un permesso di soggiorno temporaneo, che permette loro di superare la paura di ritorsioni; contemporaneamente, prevedendo sanzioni per i datori di lavoro che si macchiano di tali reati, scoraggia il perpetrarsi di pratiche illegali ai danni di persone che chiedono di restare nel nostro Paese.”L’Italia ? gi? stata condannata tante volte dall’Europa per comportamenti discriminatori e questo decreto legislativo rappresenta un riscatto che ci auguriamo possa essere confermato anche dalle Commissioni parlamentari che dovranno esaminare il testo di legge licenziato dal Consiglio dei ministri. L’auspicio ? che non venga vanificato il suo contenuto nell’iter di approvazione definitiva.”
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