PENSIONI: LA QUESTIONE E ANCORA DRAMMATICAMENTE APERTA

˜No che non ? chiusa la questione˜pensioni.˜˜Ha un bel dire la ministra Fornero, la questione ? drammaticamente aperta.˜˜Ci sono fra 70 e 100 mila uomini e donne che hanno perso il lavoro o che lo perderanno nei prossimi mesi e che non potranno andare in pensione, il governo lo sa, ma non fa niente per risolvere il problema, ? inaccettabile. In 15 anni il potere d’acquisto delle pensioni ha perso un buon 30% e come ci ha detto l’INPS solo qualche giorno fa l’80% delle pensioni italiane ? al di sotto di 1000 euro, ? inaccettabile.˜˜Il modello di calcolo della˜rivalutazione˜va rivisto al pi? presto. Non neghiamo la necessit? del rigore, ma il rigore deve guardare altrove. Si deve tornare a mettere qualche euro nelle tasche di pensionati e lavoratori se si vogliono far ripartire i consumi e con loro la produzione e il lavoro. Vanno recuperate risorse, con la lotta all’evasione, con una˜patrimoniale sulle grandi rendite˜e non solo, da destinare alla crescita e da redistribuire in maniera equa.˜˜In tutto questo si fa davvero fatica a comprendere cosa centri l’art.18, una norma di civilt? che molti dei pensionati di oggi hanno contribuito con le loro lotte e con il loro impegno sociale e politico ad introdurre e che, al pari dei lavoratori attivi, vogliono salvaguardare. Le grandi questioni nazionali, quelle che ci siamo limitati ad introdurre, non distolgono lo˜SPI Toscana˜dall’affrontare le questioni di casa nostra, anche quelle entrano nella carne viva delle nostre famiglie. Famiglie dove non manca mai una pensionata/o che ogni ora del giorno ? costretta a pensare al proprio nipote o figlio senza lavoro o con un lavoro precario, senza prospettive.˜˜Da tempo i nonni hanno una funzione di ammortizzatore sociale, anche il governo dei professori dovrebbe tenerlo a mente in questi giorni e settimane che annunciano riforme in arrivo, ?con o senza l’accordo delle parti sociali? ha tenuto a precisare il premier, con quel tanto di ‘arroganza’ difficile da accettare. Alla difficolt? quotidiana delle nostre famiglie, fatte di uomini e donne, giovani e meno giovani, ai servizi che mancano o che sono insufficienti, pensa lo˜SPI Toscana˜quando siede ai tavoli di confronto per la contrattazione sociale. La scarsit? delle risorse falcidiate dai˜tagli lineari˜del governo Berlusconi e del suo ?superministro? Tremonti, ci ha convinto che ogni euro va speso e speso bene, che occorre scegliere con oculatezza e senso di giustizia a cosa destinare il poco che c’?.˜˜Per questo chiediamo alle istituzioni non solo disponibilit? al confronto, ma anche trasparenza e˜condivisione degli obiettivi per scelte condivise.˜˜Un lavoro, quello della contrattazione sociale, non facile, per questo ci stiamo dotando di strumenti che ci permettano di entrare nel merito dei bilanci pubblici, una lettura precisa di quanto, dove e come si spende, al di la e oltre le poste di bilancio. Sempre in quest’ottica ci stiamo dotando degli strumenti per analizzare anche le entrate.˜Siamo all’inizio e abbiamo gi? scoperto, tra le altre cose, che ai comuni della Toscana per l’ICI sulle seconde case, TOSAP e societ? partecipate, ad esempio, entrano molto, molto meno soldi di quanti non ne entrino nelle casse di altre regioni, e la cosa non ci torna. ˜

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