CONTRATTAZIONE SOCIALE: SE PASSA LA MANOVRA SULWELFARE SARA AZZERATA UNA STORIA DECENNALE

Con la presentazione del 1? rapporto sulla contrattazione sociale realizzata in Toscana nel triennio 2009/2011 (2011 dato ancora parziale), curato da IRES Toscana, nell?attivo regionale di Cgil, Spi e FP del 6 luglio u.s., si ? dato conto pubblicamente di una attivit? straordinariamente importante per la difesa e la promozione dei diritti di cittadinanza sociale, troppe volte colpevolmente sottovalutata e poco partecipata dal corpo grande dell?organizzazione.˜Dal rapporto emerge che la Toscana ? una delle regioni in cui la contrattazione sociale e territoriale ? pi? diffusa, collocandosi a livello nazionale al 4? posto dopo Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte in fatto di numero di accordi, dato per? che non tiene conto della dimensione demografica e istituzionale dei territori.˜Un secondo elemento di rilievo attiene la sua caratteristica di contrattazione sindacale Confederale e unitaria. E’ molto cresciuta negli ultimi anni l’idea della confederalit? e nella nostra regione si concretizza con oltre l’87% di accordi firmati dalle Confederazioni e con il 61% dalle leghe dei pensionati.Per la partecipazione delle categorie ci si ferma al 5,5% di sottoscrizioni di Funzione Pubblica.˜Relativamente ai rapporti unitari, mentre a livello nazionale si sono prodotte le rotture e gli strappi tra le organizzazioni sindacali che conosciamo, sul piano territoriale attorno alla concretezza degli obiettivi della contrattazione sociale si ? rinnovato quel percorso di condivisione unitaria di piattaforme e di accordi.Non ? certamente questa la stagione per fare una facile quanto inutile esaltazione del valore dell’unit? sindacale, le divisioni che ci attraversano sono purtroppo profonde e non di facciata.˜Certo ? che, il confronto suoi problemi reali afferenti bisogni, diritti e tutele di una comunit? che riguardano l’essere cittadino-lavoratore o cittadino-pensionato, giovane o anziane che sia, privilegiando tutti gli aspetti che ci uniscono anzich? sollecitare i tanti problemi che ci dividono, non dico che siano risolutivi, ma certamente aiutano.˜Terzo elemento da sottolineare ? il dato che nella crisi pi? grave degli ultimi decenni che ha prodotto una crescita esponenziale di domanda di servizi e tutele economiche e sociali e non solo dalle persone anziane, ma anche dalle famiglie di lavoratrici e lavoratori che perdevano il posto di lavoro o finivano nel tritacarne della Cassa Integrazione, e in un contesto dove il governo nazionale non solo ha rinunciato ad ogni sostegno dei redditi e delle attivit? produttive ma ha adottato una politica di drastico taglio delle risorse trasferite agli Enti Locali, in Toscana, per condivisione di valori e prassi politio-sociale consolidata, fra le Organizzazioni sindacali e le Istituzioni locali si ? responsabilmente scelto di affrontare questa situazione percorrendo la strada della concertazione e della contrattazione, rifuggendo cio? da quegli atteggiamenti improntati alla divisione sindacale e all’autosufficienza, che hanno invece contraddistinto l’azione e la prassi del Governo nazionale.˜Non sono mancate anche le eccezioni a questo metodo e in amministrazioni locali di rilievo, che hanno considerato il confronto sindacale una perdita di tempo. Sbagliano e lavoreremo con seriet? e fermezza per fargli cambiare idea.˜In questo contesto, come testimoniano gli accordi analizzati, e chi legge potr? ulteriormente approfondire accedendo al link del sito Spi che contiene le schede del report, la contrattazione sociale ? stata un potente strumento che, pur in un ottica prevalentemente difensiva, ha permesso di contenere gli effetti drammatici della crisi e di sostenere il reddito di pensionati, lavoratori e chi perdeva il lavoro.˜Gli accordi anticrisi a sostegno di lavoratori in mobilit? o cassa integrazione sono stati in numero rilevante ed hanno consentito, attraverso specifiche manovre su tasse e tariffe comunali e con gli accordi sull’Isee, di sostenere il reddito e di ridurre la quota a carico delle persone o delle loro famiglie nelle compartecipazioni alle rette sociali. In generale gli accordi fanno mantenere e talvolta incrementare la spesa sociale, i servizi territoriali e alla persona con particolare riferimento alle tematiche della non autosufficienza e alla domiciliarit?. La contrattazione si ? poi misurata su percorsi negoziali orientati ad individuare e concordare preventivamente le linee di indirizzo dei bilanci degli enti pubblici e a definire atti comuni di intervento.˜Cos come ha riguardato le politiche abitative e del territorio, le politiche dell’infanzia e giovanili, le pari opportunit?, gli asili nido, le mese, i trasporti, le politiche culturali e di socializzazione, la sicurezza, il turismo, lo sport ed altro ancora. Un posto di rilievo, infine, lo hanno avuto i temi delle politiche del lavoro e dello sviluppo che coprono il 57,4% degli accordi analizzati.La contrattazione sociale non ? cosa diversa da quella lavoristica. La difesa del lavoro, le politiche per lo sviluppo e la crescita nonch? il miglioramento delle condizioni economiche e sociali dei lavoratori si sostengono intrecciando i due piani e non contrapponendoli.˜La contrattazione sociale, inoltre, rappresenta un aspetto non marginale della democrazia politica e della democrazia in se. Intreccia e fa dialogare la rappresentanza istituzionale con la rappresentanza sociale degli interessi, da voce a tutti i soggetti e contrasta le spinte alla corporativizzazione perch? mette in valore i processi democratici e partecipativi ed allarga la capacit? di stare nella societ?, nei processi e nelle tante sfaccettature che compongono il complesso dei diritti e degli interessi della comunit? locale.˜Per una forza sociale come la nostra che considera il complesso dei valori del Welfare State, come elementi essenziali di crescita economica, culturale e di sviluppo del paese, la pratica costante e partecipata alla contrattazione sociale ? la dimensione ottimale di un impegno coeso e confederale.˜Naturalmente il tutto si sostiene contrastando l’impostazione della manovra economica che il Governo sta varando e che sar? in discussione alle Camere nelle prossime settimane.˜Se passasse la manovra sul Welfare cos come si presenta oggi, nulla sar? come prima, perch? non solo riduce trattamenti e prestazioni, ma cambia radicalmente prospettiva azzerando una storia lunga decenni. Parafrasando Alessio nessun dorma”.”

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