Basta ? l’ora di cambiare.Questo il messaggio chiaro e tondo fatto recapitare nei palazzi della politica e del Governo Berlusconiano nell?ultimo mese e mezzo da parte dei lavoratori e pensionati e dal cosiddetto ?popolo sovrano?: dalle mobilitazioni della Cgil con la straordinaria riuscita dello sciopero generale del 6 maggio con piazze piene e luoghi di lavoro in molti casi vuoti, con adesioni che sono andate molto oltre la rappresentanza dell?organizzazione; dalla mobilitazione dello Spi sviluppata capillarmente per mesi in tutto il territorio nazionale e confluita nella grande manifestazione del 18 giugno a Salerno che ha concluso la Festa nazionale di LiberEt?; dal clamoroso voto amministrativo, in particolare di Milano, Napoli e Cagliari e, infine, dallo storico voto referendario che ha visto il superamento del quorum dopo 15 anni, raggiungendo quasi il 60% di votanti e una valanga di SI di oltre il 94%.Possiamo dire che ? stato il paese intero ha manifestare tutta la sua indignazione sociale e morale verso un governo screditato nel mondo e assolutamente inetto sul piano interno.Un popolo che ha sonoramente bacchettato chi li invitava ad andare al mare riappropriandosi di uno strumento straordinariamente importante di democrazia diretta dei cittadini e non avendo mezze misure sulla difesa dei ?beni comuni? come l?acqua, contro il nucleare e per una giustizia uguale per tutti.Lavoro, precariet?, welfare, reddito, giustizia, ambiente, fisco, equit?, i temi della concretezza dell?azione della Cgil e dello Spi che rappresentano anche i nervi scoperti della crisi del paese che da troppo tempo aspettano risposte concrete, politiche mirate del Governo e non la solita propaganda.Se ce ne fosse ancora bisogno per chiarire le idee ai pi? duri e smemorati, solo alcune settimane orsono l?ISTAT, l?istituto nazionale di statistica, ha pubblicato dati che fotografano una realt? sociale drammatica che solo il governo fa finta di non vedere e minimizza scandalosamente: un cittadino su 4 ? a rischio povert?, bassa produttivit?, riduzione dell’occupazione, calo del potere di acquisto delle famiglie, aumento dell’indebitamento .Il paese non cresce e non riesce ad uscire dalla crisi e di fronte al cambio di passo degli altri paesi e agli obiettivi di riequilibro dei conti pubblici che si ? data l?Unione Europea, la prospettiva ? quella di una nuova manovra finanziaria dalle dimensioni spaventose, forse 40 miliardi e pi? di euro.Cambiare segno nelle politiche del Governo e nell’atteggiamento del sistema delle imprese ? cos non solo necessario, ma vitale.Lo Spi e la Cgil non mollano, andranno avanti e continueranno nelle azioni di contrasto alle politiche sbagliate del Governo, a sostenere le nostre proposte di merito e a pretendere ci? che ? giusto per il paese.
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