Eletto per acclamazione segretario provinciale della Filctem, la nuova categoria che nasce dalla fusione di Filtea e Filcem, Massimiliano Brezzo fa il punto della situazione sulla crisi del distretto. Un discorso che comincia con ®Care compagne, cari compagni¯ e che finisce per trasformarsi in un richiamo all?ordine per tutti i pratesi alle prese con la crisi economica. Precisazioni sulla giusta lettura da dare alla crisi, su quello che non stato fatto e su ci che si deve fare. Per forza. DISTRETTO DIMEZZATO. I dati della Cgil parlano chiaro: il distretto praticamente dimezzato rispetto alla sue dimensioni originarie: sono 12mila i posti di lavoro persi dal 2002. Nel 2009 1.100 se ne sono andati in mobilit e ®attualmente abbiamo almeno 1.000 esuberi tra i dipendenti delle aziende in cassa integrazione guadagni straordinaria – spiega Brezzo – persone che alla scadenza del termine perderanno il lavoro¯. E sulla cassa integrazione, come sui soldi per sostenerla, il primo segretario Filctem spiega: ®Noi che lavoriamo nei settori pi esposti alla concorrenza sleale, noi non possiamo non distinguere tra una crisi e l?altra. Per noi, questa crisi, non cominciata nel 2008 ma nel 2003. E se il Governo ha davvero le risorse aggiuntive che dice e le vuole dare davvero a Prato, allora questo il momento giusto di farlo¯. Una crisi gestita male e male interpretata, da cui il sistema produttivo pratese, come quello nazionale, faticher ad uscire. ®La crisi poteva servire per riallineare il nostro Paese con i nostri competitori perch quando la gelata dell?economia passer , tutti i paesi torneranno a competere con i propri sistemi produttivi e a noi mancheranno quelle risorse che gli altri ci hanno investito¯. SUPER DOMANDE. Domande retoriche, ma che forse pi di ogni altra cosa raccontano la posizione del segretario Filctem sul panorama pratese. ®Ma possibile che ancora non si sia capito che non ci sono aziende forti senza le altre intorno, quelle considerate pi deboli? E che se anche una sola fase di una filiera salta non esistono aziende forti che possano fare senza¯? Il problema come si mosso il distretto per rendersi nuovamente competitivo. Nessuno ha fatto niente. ®Le idee non sono certo mancate a nessuno – comincia Brezzo – il problema che nessuno le ha mai messe in pratica. Analisi e proposte condivise da tutti, ma che non sono sufficienti. Manca la volont di applicarle, di crederci, di provarci. Questo l?atteggiamento che rischia di condannarci al declino¯. E poi ancora domande. ®Possibile che tutti preferiscano morire da soli piuttosto che provare a vivere insieme? Possibile che non si vedano aziende che si fondono? Perch non cerchiamo meccanismi che premino le aziende virtuose e puniscano quelle scorrette, che impoveriscono solo il sistema? perch non si isola chi obbliga i propri terzisti a lavorare fuori dalle regole? La responsabilit solidale del committente un dato di fatto¯. VESTITI PRATESI. ®A Prato ci sono le competenze per partire dalla materia prima e arrivare al capo finito – spiega Brezzo – non credo che allungare la filiera con i cinesi risolverebbe la cosa. Dev?essere Prato a commercializzare il prodotto finito e redistribuire la ricchezza lungo la filiera mantenendola cos integra¯. E poi l?ultima domanda, che suona un po? come una sfida. ®Quali sono gli imprenditori della nostra area che hanno palle e polvere, e soprattutto voglia, di arrivare fino in fondo alla distribuzione? Pratesi o cinesi¯? Alessandro Pattume da Il Tirreno
21 2 minuti di lettura