SCHIFANI: NIENTE AIUTI A CHI NON SALVAGUARDIA IL LAVORO

Bisogna avere il coraggio di dire basta ad elargizioni statali se non vengono salvaguardati i posti di lavoro e i presidi industriali. Occorre fermare la logica degli incentivi se non Š seguita ad una attenta e forte politica delle imprese che esalti e tuteli l’occupazione. Gli aiuti dello Stato vanno erogati solo se le aziende rispettano questo preciso dovere etico. E’ quanto ha detto il presidente del Senato, Renato Schifani, alla presentazione del rapporto sulla sussidiariet… del 2009 riferendosi esplicitamente alle situazioni di Alcoa e della Fiat.Il patrimonio industriale e produttivo della Fiat di Termini Imerese deve essere salvato. Non dobbiamo e non possiamo disattendere questo impegno morale, ha aggiunto Schifani che ha citato le parole del Papa sull’occupazione: Chi ha molto ricevuto Š moralmente tenuto a dare con impegno generoso, soprattutto nei momenti di crisi.Schifani ha poi definito la chiusura di Termini Imerese un fatto scellerato. Termini Imerese Š un polo industriale strategico del Mezzogiorno – ha detto – Il Mezzogiorno non pu• consentirsi questa grave battuta di arresto. Mi auguro fortemente che qualcuno ci ripensi. Sulla Fiat che vuole chiudere lo stabilimento Schifani ha aggiunto: Mi dispiace che queste parole vengano da chi conduce un’azienda che nei decenni pregressi Š stata fortemente sostenuta dallo Stato per mantenere i livelli occupazionali. Detto questo, ritengo che occorre guardare con una strategia complessiva a quelli che sono problemi della produzione italiana (lo sta facendo il governo) e ritengo che anche la Fiat debba guardare all’interesse etico-sociale della produttivit… e del lavoro. Occorre fare squadra, fare sistema tra mondo produttivo, mondo delle istituzioni e mondo politico. In un momento in cui la crisi internazionale tocca anche l’Italia con la disoccupazione, bisogna guardare al senso etico del fare impresa. Aumentare o mantenere i livelli occupazionali significa fare sistema e richiamarsi a quella coesione sociale, della quale il capo dello Stato ci fa insegnamento. Si faccia squadra – ha concluso Schifani – si faccia sistema. La logica del profitto deve convivere anche con l’esigenza di una funzione sociale dell’impresa: garantire i livelli occupazionali.Schifani ha sottolineato come in particolare in Sicilia l’occupazione Š la prima e irrinunciabile risposta dello Stato e della societ… al giogo della mafia, che si avvale, sfrutta, ricatta i lavoratori e le loro famiglie, utilizzandoli al pari di merce di scambio per i propri interessi criminali. Il mio Š un appello accorato alla Fiat ma non solo, e a tutte le istituzioni. ? una richiesta da uomo del Sud che ben conosce gli ulteriori pericoli della disoccupazione per lavoratori che vivono in territori dove purtroppo esiste ancora la criminalit… organizzata.Stamani in una intervista al direttore della Stampa, Mario Calbresi, l’ad di Fiat Sergio Marchionne si dice agnostico sulle misure a sostegno del mercato dell’auto. Il governo faccia la sua scelta – afferma Marchionne – e noi la accetteremo senza drammi. Ma abbiamo bisogno di uscire dall’incertezza, poi saremo in grado di gestire il mercato e la situazione qualunque essa sia. Il top manager parla anche della questione di Termini Imerese: La decisione di smettere di produrre Š stata presa, ma siamo pronti a fare la nostra parte, a farci carico, assieme al governo, dei costi sociali di questa scelta. Quindi, Marchionne assicura di cercare il dialogo e chiede di mettere da parte la dietrologia: nella decisione di fermare le fabbriche per due settimane – precisa – non c’Š nessuna provocazione e nessun ricatto.E, ancora su Termini: Non possiamo pi— permetterci di tenere aperto un impianto che da troppi anni funziona in perdita. Produrre un auto l costa fino a mille euro in pi— e pi— ne facciamo e pi— perdiamo. Non Š in grado di stare in piedi. Per assurdo, per noi sarebbe pi— conveniente continuare a pagare tutti i dipendenti fino alla pensione tenendoli a casa. Insomma, dice Marchionne, abbiamo studiato ogni possibile soluzione di produzione alternativa, dai motori ai componenti, ma si continuerebbe a perdere.Abbiamo rimesso in piedi la Fiat – rivendica il manager – ma se ora non interveniamo per risolvere i problemi strutturali derivanti dalla crisi rischiamo di rovinare tutto e giocarci il futuro. Per questo Marchionne invita a considerare che oggi abbiamo 12 mila persone in pi— che lavorano nel gruppo rispetto al 2004. Si parla di Termini Imerese – aggiunge – ma ci si dimentica di Bertone e dei suoi 1.100 dipendenti. D’altronde, fa notare l’amministratore delegato Fiat, il mercato dell’auto in Europa scender… quest’anno tra il 12 e il 16%, che significa tra un milione e mezzo, due di macchine. Ma, assicura, Fiat punta sul rafforzamento della produzione in Italia e non ci sono pericoli di distrazione o decentramento decisionale ora che c’Š Chrysler: Mirafiori continuer… ad essere il centro dell’auto. Alle critiche sugli aiuti pubblici ricevuti dal Lingotto, Marchionne risponde coi numeri: Fiat dal 2004 al 2009 ha investito nel mondo 25 miliardi di euro, 16 dei quali in Italia con agevolazioni statali pari al 3,8%.Tornando al tema degli incentivi, l’ad del Lingotto osserva che capisco che prima o poi debbano essere eliminati per tornare a un mercato normale. Protrarli troppo a lungo sarebbe un danno che pagheremmo con minori vendite nei prossimi anni.Fisiologico che – prosegue – si vada verso una normalizzazione del mercato, che ci permetter… di fare piani di lungo periodo non legati agli incentivi.

Pulsante per tornare all'inizio