Il 2010 sar l’anno pi pesante per l’occupazione. Ne convinto il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani che, in un’intervista a ‘La Repubblica’, ha sottolineato che bisogna fare presto, e che c’ tempo solo un mese e mezzo, non di pi per capire se il governo sul terreno sociale e sulle riforme istituzionali intenzionato a fare sul serio. Secondo il leader del sindacato ha fatto bene il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo discorso di fine anno, a porre l’accento sul tema del lavoro. Si vedr nelle prossime settimane – ha detto Epifani – sia dalle vertenze aperte che da quelle che sembravano gi risolte, quanto potr aggravarsi la situazione.Tre, secondo il segretario generale della Cgil, le priorit su cui necessario intervenire in breve tempo. Primo – ha speigato Epifani – c’ da fare di pi sugli ammortizzatori sociali, l?indennit di disoccupazione dura troppo poco, e inoltre deve aumentare il valore dell’assegno di cassa integrazione, perch con 700 euro al mese non si vive, e infine va affrontata la questione dei precari perch quello che stato fatto fino ad oggi quasi niente. Il secondo punto riguarda gli investimenti: vanno stimolati a breve. Il terzo – ha concluso il segretario – il prelievo fiscale sui lavoratori dipendenti e pensionati che aumenta attraverso il fiscal drag: anche nel 2009, quando i prezzi non sono cresciuti, quasi la met dell’aumento della dinamica salariale se ne andato al fisco.ÿEpifani ha quindi sottolineato come nel suo discorso Napolitano abbia toccato il tema della ‘disuguaglianza’. Napolitano non ha sottaciuto il principale problema – ha detto – e cio che in Italia le diseguaglianze stanno aumentando e che siamo uno dei paesi europei dove sono davvero molto forti. E’ un tema di cui non si parla mai ma un tema vero: la diseguaglianza fonte di divisioni e chiusure, di mancanza di coesione nazionale. Cos come, con coraggio, Napolitano ha sottolineato che le retribuzioni italiane sono tra le pi basse in Europa, aggiungendo che c’ uno straordinario peso fiscale sul lavoro dipendente, fino a postulare una riforma con la quale si trasferisca altrove un carico fiscale che oggi grava sulle buste paga dei lavoratori. Giusti – ha concluso il leader sindacale – i richiami al Sud, dove il governo ha fatto poco o niente e l’attenzione doverosa alle piccole imprese. ADNKRONOSÿ
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