La politica toscana deve recuperare capacit di proposta innovativa e promuovere una nuova coesione capace di far condividere un nuovo progetto a tutti i soggetti sociali. E’ il suggerimento, la via possibile da seguire, per superare la crisi economica e sociale che attanaglia la Toscana, emerso nel corso ‘Economia e societa’ in Toscan , il dialogo (il terzo, dopo quelli sulla partecipazione e il patrimonio culturale) promosso dalla Fondazione del Consiglio regionale e tenutosi nell’Auditorium del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato, nel corso del quale si sono confrontati, il sociologo dell’economia Carlo Trigilia e lo scrittore Sandro Veronesi, coordinati da Giampiero Nigro, preside della facolt di economia di Firenze. Ad introdurre la discussione, informa una nota, la presidente della Fondazione del Consiglio regionale, Fabiana Angiolini: La nostra un’istituzione culturale. Il nostro compito non quello di offrire ricette o soluzioni bens strumenti di riflessione e approfondimento. Il problema – ha aggiunto – capire cosa sta accadendo in Toscana e se le risposte delle istituzioni, prima fra tutte la Regione, sono adeguate. Giampiero Nigro ha sottolineato la complessit della situazione economica della Toscana, anzi delle Toscane, vista l’articolazione originaria delle realt sociali della regione. In questo senso ha definito sbagliato, come invece spesso si fatto, parlare del boom dell’economia toscana riferendosi alla sola realt del distretto tessile pratese. Storicamente, ed il punto da tenere ancora oggi presente, la Toscana ha per mostrato dinamismo sociale, propensione all’investimento e al rischio, condivisione dei valori culturali e sociali. Per questo, in prospettiva, necessario che la politica trovi, pur nel conflitto, una sintesi. Carlo Trigilia partito da un dato che emerge da ogni indagine statistica. Anche in tempi di crisi, in Toscana si vive abbastanza bene, perch vi un equilibrio tra sviluppo e coesione sociale. Allo stesso tempo, negli ultimi 15 anni – ha notato – si indebolita una componente di questa immagine, che comune alle altre regioni del centro Italia guidate dalla sinistra: il governo, la politica non sono pi capaci di dare risposte innovative di fronte ai problemi economici e sociali. Una capacit che invece, in Toscana, aveva caratterizzato i governi locali e regionali in due periodi definiti: nell’ultimo decennio dell’800 (quando si sviluppano il socialismo municipale, le societ di mutuo soccorso, le cooperative) e nel ventennio tra la met degli anni Settanta e la met degli anni Novanta, quando il modello di sviluppo economico e di relazioni sociali del distretto pratese diventa esperienza a cui guardare e oggetto di studio a livello internazionale. Sono stati i governi e i partiti della sinistra – ha detto Trigilia – che in Toscana hanno permesso forte coesione sociale, servizi sociali locali e diffusione del saper fare. Adesso, ha concluso il sociologo dell’economia, serve rimmettere insieme tutti gli attori economici e sociali per ritrovare un filo comune dal quale far ripartire lo sviluppo. In quest’ottica, e nell’ottica di saper proporre anche prodotti innovativi, serve sviluppare un forte dialogo tra l’industria e l’Universit . Lo scrittore Sandro Veronesi ha lamentato l’indifferenza che il mondo della politica e dell’economia ha avuto nei confronti di economisti come Gunnar Myrdal o Paul Krugman e di intellettuali come Pier Paolo Pasolini e Don Milani che avevano previsto la crisi del sistema di riferimento. Oggi, secondo Veronesi, serve uno sforzo di immaginazione per trovare un nuovo sistema di riferimento. Il tentativo della Provincia di Prato, che ha affidato allo scrittore Edoardo Nesi l’assessorato alla cultura e allo sviluppo economico, due aspetti che prima si tenevano distinte, va probabilmente in questa direzione. Da questo incontro – ha detto Fabiana Angiolini nelle conclusioni – sono emerse emozioni e passioni. Raccolgo l’invito a soffermarci a riflettere sulla crisi di proposta della politica e sul carattere di autoreferenzialit che essa ha assunto. Penso che sia necessario ritrovare capacit di ascolto e dialogo con la societ e con gli intellettuali, per individuare soluzioni all’altezza dei problemi che la contemporaneit ci pone. (ANSA).
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