Solidariet dalla presidente della commissione regionale Pari Opportunit Chiara Grassi e da tutte le componenti alla ‘giornalista in pantaloni’ sudanese Lubna Ahmed al Hussein, processata per aver indossato i pantaloni in luogo pubblico e non fustigata come prevederebbe la legge. La quarantenne ha rifiutato di pagare 209 dollari di multa, si detta disposta ad andare in prigione e le autorit di Khartum l’hanno presa in parola: dovr scontare un mese di detenzione. Mentre la Corte emetteva la sentenza, fuori dal tribunale di Khartoum, ricorda una nota del Consiglio regionale, centinaia di donne, in maggioranza in pantaloni, si sono raccolte per manifestare il proprio appoggio alla giornalista. Ad esse si sono contrapposti uomini in abiti tradizionali, urlando slogan islamici, e la polizia intervenuta con i manganelli. Lubna – ha ricordato Grassi – solo ‘colpevole’ di combattere una legge che ammette la fustigazione delle donne per aver indossato ‘abiti immorali o indecenti’, una legge che non ha ragione di essere e chiama tutte le donne ad una mobilitazione generale. Grazie a Lubna, prosegue la nota, stata portata alla luce una violazione sistematica dei diritti delle donne, e la commissione per le Pari Opportunit della Toscana si impegna a sostenere l’azione della giornalista sudanese. (ANSA).
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