ÿ®Stiamo chiudendo proprio ora. Non per le ferie, ma per sempre¯. In tono tra dispiacere e rabbia, l?ha detto ieri a met pomeriggio uno dei 25 dipendenti della storica conceria Arno Spa, azienda capostipite che d il nome all?omonimo, importante, gruppo. Tra i primi ad essere formato, ritenuto anche il pi potente. Pare che una met dei lavoratori possa venir reimpiegato in un?altra azienda della zona. Ma con i tempi che corrono… La conceria Arno ubicata in via della Repubblica, quasi nel centro del paese, all?incrocio con via di Pelle. Probabilmente anche il fatto di doversi trasferire nella nuova area industriale con un investimento ingente, insieme alla crisi economica che continua a mordere, risultata fatale alla conceria conosciuta per la produzione di pelli bovine di qualit , per calzatura e pelletteria. In paese, ovviamente, si stenta a credere alla vicenda. Viceversa, qualche imprenditore aggiunge che: ®In autunno il peggio ha da venire, anche se la televisione dice che la crisi passata¯. Su questa sintonia anche Paolo Fulceri, 38 anni, della segreteria Filcem-Cgil per Santa Croce e Castelfranco. Proveniente da Volterra, da tre mesi a contatto con la realt conciaria. ®C? una crescita esponenziale di procedure di cassa integrazione, a partire da marzo aggiornata a fine luglio. In un contesto che, parlando anche con i lavoratori e gli imprenditori nelle aziende, non ha precedenti in questo distretto. Nel 1992-93 ci fu una crisi strutturale, per quella era una crisi specifica del settore conciario; oggi invece la crisi pi grave e mondiale¯. Poi aggiunge: ®La situazione grave anche nell?artigianato, dove le aziende hanno meno di 15 dipendenti. E nelle quali non siamo in grado d?intervenire nella procedura di chiusura. Invece, in 4 aziende siamo riusciti a fare contratti di solidariet , anzich di cassa integrazione. E? una soluzione che ci consente al momento di mantenere l?assetto produttivo dell?azienda, in attesa come si spera tutti che il mercato riparta e quindi consenta di non interrompere i rapporti di lavoro¯. Le aziende con i contratti di solidariet sono le concerie santacrocesi Sirte Spa, Antiba Spa, Qusia Srl (a Castelfranco) e Codyeco prodotti chimici. Al lavoratore va in tasca un minor stipendio. ®Comunque sempre pi della cassa integrazione – riprende Fulceri – perch 15 giorni vengono lavorati pienamente e quindi a salario pieno, e i restanti giorni al 60%, per ora aumentato al 60 + 20%. L?incremento si deve a due effetti: la delibera della Regione Toscana in aiuto a questi contratti ed il recente decreto anti-crisi. Tutto ci viene finanziato dall?Inps¯. Poi il sindacalista conclude preoccupato: ®In Italia, prima la crisi non c?era, ora gi passata. Il timore che le aziende gi in cassa integrazione a fine luglio prima delle ferie, poi a settembre nella migliore delle ipotesi proseguano cos; questo stando alle assemblee effettuate nelle fabbriche. E semmai c? il timore che la crisi, da economica diventi anche sociale: ci sono lavoratori a busta zero da mesi, taluni non hanno ancora riscosso la cassa integrazione, e pertanto cominciano anche ad avere seri problemi per andare avanti in famiglia, in casa¯. Luciano Gianfranceschi DA IL TIRRENO
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