A seguito della crisi economica, in Italia il tessuto sociale si va sfilacciando, e le disuguaglianze aumentano, invece di diminuire: l’allarme lanciato dalla Conferenza episcopale italiana nel comunicato finale della sua assemblea generale. I vescovi affrontano anche il tema immigrazione: insufficiente, sottolineano, affrontare il tema dell’immigrazione concentrandosi sulle sole esigenze di ordine pubblico.Nessuno ignora il pesante impatto della sfavorevole congiuntura economica internazionale, di cui non si riesce a cogliere ancora esattamente la portata – si afferma nel comunicato della Cei – n si intende minimizzare l’impegno profuso da chi detiene l’autorit . Resta per evidente – denunciano i vescovi – che i costi del difficile momento presente ricadono in misura prevalente sulle fasce pi deboli della popolazione.La situazione preoccupa la Chiesa, dunque, che torna oggi a ribadire che il termine esubero non tiene nel debito conto un tessuto sociale che va sfilacciandosi, a motivo delle disuguaglianze che aumentano invece di diminuire. E i vescovi si uniscono al richiamo del loro presidente, cardinal Angelo Bagnasco, a non sottovalutare la crisi occupazionale in corso.I vescovi, inoltre, hanno preso positivamente atto delle molteplici iniziative promosse nei mesi passati in tutta Italia dalle diocesi e dalle Conferenze episcopali regionali per fronteggiare le difficolt del mondo del lavoro. A proposito, il Fondo di garanzia della Cei per le famiglie in difficolt costituisce un ulteriore e corale seme di speranza. La colletta del 31 maggio scorso, per i vescovi, stata indice di una spiccata sensibilit che non deve spegnersi.Sull’immigrazione, i vescovi sostengono che l’elogio di una societ multietnica, multiculturale e multireligiosa va accompagnato con uno sforzo di educazione alla nuova situazione e preparano un osservatorio nazionale sull’integrazione degli immigrati. Per l’episcopato, due azioni convergenti sembrano irrinunciabili: impedire che i figli di paesi poveri siano costretti ad abbandonare la loro terra, a costo di pericoli gravissimi, pur di trovare una speranza di vita e favorire l’effettiva integrazione di quanti giungono dall’estero, evitando il formarsi di gruppi chiusi e preparando ‘patti di cittadinanza’ che definiscano i rapporti e trasformino questa drammatica emergenza in un’opportunit per tutti. Ci – sottolinea la Cei – possibile se si tiene conto della tradizionale disponibilit degli italiani – memori del loro passato di emigranti – ad accogliere l’altro e a integrarlo nel tessuto sociale. In quest’ottica la raccomandazione di istituire un osservatorio nazionale specializzato per monitorare ed interpretare il fenomeno. E la richiesta alle parrocchie di diventare luogo di integrazione sociale.DA REPUBBLICA.IT
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