Sono scesi in piazza per la prima volta insieme, imprenditori e operai, per una manifestazione contro la crisi e a difesa del comparto del tessile, di cui Prato una delle capitali non solo italiana. 8.000 i partecipantiÿ al corteo a Prato – rendono noto gli organizzatori -, fra loro rappresentanti di istituzioni, sindacati e associazioni di categoria oltre a studenti e pensionati. Presenti anche, in segno di solidariet , i gonfaloni di altre citt del tessile come Biella, Carpi e delegazioni straniere: di Marchin, in Belgio, e di Senones, in Francia, comuni gemellati con Vernio (Prato). Prato non deve chiudere questo lo slogan-appello, scritto pi volte su un striscione lungo un chilometro, sorretto da duemila persone, in testa gli studenti del Buzzi, l’istituto tecnico pratese ad indirizzo tessile. Tra i partecipanti alla manifestazione anche Xu Qui Lin, unico imprenditore cinese di Prato iscritto a Confindustria, e alcuni cittadini extracomunitari per dare sostegno alla citt . La manifestazione, a cui hanno dato la loro adesione i vescovi di Prato e Pistoia, stato promossa dal Tavolo di distretto – composto da Provincia e Comune di Prato, Comuni del distretto tessile pratese, Unione industriali, Camera di commercio, Confartigianato, Cna, sindacati e altre associazioni di categoria – per sollecitare il Governo a prendere provvedimenti per il tessile che dal 2000 a oggi, a Prato, ha perso 1867 imprese e 9000 posti di lavoro. Il tessile chiede aiuti alla filiera, com’ stato fatto per i settori auto ed elettrodomestici, la moratoria di due anni per gli studi di settore, la sospensione dell’Irap nel 2009, la revisione degli ammortizzatori sociali. La Cgil di Prato – presente al corteo anche il segretario nazionale Filtea – oggi ha tra l’altro ricordato che da domani scadono i fondi per l’Ebret, una sorta di corrispettivo della cassa integrazione degli artigiani, modello produttivo che a Prato rappresenta una buona parte del distretto tessile. (ANSA).
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