TOSCANA: IN IV TRIM. 2008 -9,2% PRODUZIONE MANIFATTURIERO, -1,4% ADDETTI

Crollo verticale per il settore manifatturiero toscano: l’ultimo trimestre del 2008 ha chiuso con un calo della produzione del 9,2%.Il dato emerge dall’Indagine congiunturale di Confindustria e Unioncamere Toscana, ed e’ il peggiore dal 1997, da quando cioe’ e’ iniziata la rilevazione. E da imprenditori – rileva la presidente di Confindustria Toscana Antonella Mansi – sappiamo che gennaio e febbraio 2009 sono stati mesi molto difficili.La pesante flessione degli ultimi tre mesi del 2008, insieme a quella del trimestre precedente, fa si’ che a fine anno la produzione arretri del 3,9% rispetto al 2007.A preoccupare e’ soprattutto il calo della domanda: il portafolgio ordini cala dell’8,8% sul mercato nazionale e del 7,4% su quelli esteri. In pesante flessione nell’ultimo trimestre del 2008 anche il fatturato (-8,8%, e -2,9% nel complesso del 2008) e a contrarsi e’ anche il dato dell’occupazione: nel quarto trimestre Unioncamere e Confindustria registrano una diminuzione degli addetti dell’1,4% e, parallelamente, un’impennata del 27,8% della Cassa integrazione.La crisi colpisce le imprese di tutte le dimensioni e di tutti i settori. Si salvano solo alimentare (+0,3% nel quarto trimestre) e farmaceutico (+2,1%) mentre resta critica la situazione del tessile abbigliamento (-10,4%, con ben otto trimestri consecutivi di flessione). Nonostante questo continuano gli investimenti, che nel 2008 hanno fatto segnare un +3,7%. Un dato – sottolinea Pierfrancesco Pacini, presidente di Unioncamere Toscana – che riflette il tentativo degli imprenditori di guardare oltre la crisi contingente e di porre le basi che consentano di farsi trovare pronti quando la domanda tornera’ a mettersi in moto.Per il primo trimestre del 2009, tuttavia, secondo la rilevazione, aumenta la percentuale di imprenditori pessimisti.Non stiamo diffondendo pessimismo – assicura la Mansi -, al contrario l’industria di questa regione e’ in prima fila nel combattere il clima di sfiducia. Ma le aziende si stanno assumendo forti rischi di impresa e chiediamo che ognuno faccia altrettanto: la politica e soprattutto il sistema del credito.ASCA

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