TOSCANA: OPPORSI ALLA MAFIA, UNA SCELTA DI LIBERTA’

Non chiederti quello che il paese puo’ fare per te, chiediti quello che puoi fare tu per il tuo paese. E’ con questa citazione di John Kennedy, e suggerita da Alfonso Sabella, magistrato dell’antimafia protagonista negli arresti di alcuni dei piu’ pericolosi boss mafiosi, che sul palco della Festa della legalita’, al Palaffari di Firenze, sono cominciate le testimonianze e i ricordi di quanti in questi anni hanno combattuto la criminalita’ organizzata, pagando spesso duramente in prima persona. Un impegno – e’ stato sottolineato da molti – che spesso ha dovuto fare i conti con le inefficienze se non con le connivenze delle stesse istituzioni. Questo e’ un paese che non sa imparare non solo dai suoi errori ma anche dai suoi stessi successi, ha sottolineato per esempio ancora Sabella, ricordando anche cosa gli rispose un boss mafioso ch e aveva arrestato e a cui aveva proposto di collaborare: Quando voi venite nelle nostre scuole e parlate di legalita’ i nostri ragazzi vi seguono, ma quando avranno 18 anni e avranno bisogno di un lavoro o di una casa, chi troveranno? Noi o voi? Parole non diverse da quelle di Rosario Crocetta, sindaco antimafia di Gela: Questo e’ un paese che e’ diventato sempre piu’ corrotto, per questo la questione delle mafie e’ diventata un’emergenza nazionale. Qualche giorno fa sono scattati 89 arresti e due misure riguardano anche due deputati regionali per voti di scambio. Questo non ha fatto notizia, ed e’ uno scandalo. Eppure la mafia non e’ l’Antistato, la mafia e’ sistema di potere e ha proprio la caratteristica di stare dentro lo Stato. Noi dobbiamo partire da un paese che ha smarrito le regole, dove c’e’ una classe politica che talvolta non si mette al servizio ma pensa a farsi gli af fari suoi. Ed e’ con un invito alla rigenerazione della politica e dell’economia che il sindaco ha ricordato anche il valore umano dell’opporsi alla mafia, malgrado i costi che questo possa comportare. Sono felice di aver fatto una scelta di liberta’ – ha affermato Crocetta, che lo scorso 8 dicembre ha ricevuto notizia dalla direzione antimafia di essere ancora un bersaglio di Cosa Nostra, all’interno di un piano di eliminazione – Io non saprei vivere con l’angoscia di essere condizionato dalla mafia. Ed e’ lo stesso spirito che ha senz’altro animato la vita e il servizio d Emanuele Basile, carabiniere ucciso a Monreale davanti alla moglie e alla figlioletta e ricordato con parole commosse dal fratello, il generale Cosimo: A Palermo Emanuele aveva raccolto un dossier con 500 nomi di persone da arrestare. Fu avvicinato e gli offrirono una grossa cifra. Lui rifiuto’. Per questo a voi giovani dico: dovete coltivare i valori, non guardate gli altri, guardate voi stessi. Voi dovete essere migliori di noi. (AGI)

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