Un lavoro sempre pi ampio e con una variet di contratti molto articolata, con il 50% degli articoli scritti da collaboratori anche di lunga data. E’ l’evoluzione del lavoro giornalistico in Toscana fotografata da una ricerca realizzata in collaborazione con il Corecom della Toscana da Carlo Sorrentino dell’Universit di Firenze e Maurizio Boldrini dell’Universit di Siena. Il lavoro giornalistico negli ultimi anni si molto ampliato – ha spiegato Sorrentino – cos come la variet dei contratti. Ci siamo concentrati cercando di capire cosa fa quell’area vasta dei giornalisti iscritti all’ordine non come professionisti ma come pubblicisti. Abbiamo notato che pi di un terzo di loro vive di giornalismo, lavora a tempo pieno nel settore e ha guadagni contenuti se non inadeguati ma se dovessero tornare indietro ripercorrerebbero comunque la strada intrapresa. Sorrentino ha poi spiegato di avere anche indagato su chi realmente scrive i giornali. Analizzando le tre principali testate giornalistiche della carta stampata – ha aggiunto – abbiamo registrato che il 50% dei pezzi firmato da professionisti e l’altra met da giornalisti a vario titolo e soprattutto da pubblicisti con contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Secondo Sorrentino ci sono anche delle nuove leve, ma hanno sempre pi difficolt a entrare e il precariato oggi tendenzialmente dura di pi rispetto al passato. Per questo tanti si perdono per strada. A intervenire, tra gli altri, il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana Massimo Lucchesi, il presidente della Federazione nazionale della stampa italiana Roberto Natale e il presidente dell’Associazione stampa Toscana Stefano Sieni. (ANSA).
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