LAVORO NERO: SU MEGA-YACHT ALL’ELBA CLANDESTINI, 3 DENUNCE

Ancora lavoro nero sulle imbarcazioni di lusso in navigazione nell’arcipelago toscano, che registrano, ora, anche l’impiego di immigrati clandestini.Ecco quanto emerge dagli ultimi controlli effettuati sui megayacht dai finanzieri del Reparto Operativo Aeronavale di Livorno, impegnati nella tutela degli interessi economico-finanziari del paese. La capillare azione di prevenzione condotta nella rada di Portoferraio (LI), infatti, ha permesso alle Fiamme Gialle della locale Sezione Operativa Navale di sorprendere, proprio in questi giorni, un intero equipaggio privo di regolare contratto di assunzione – e quindi non iscritto a ruolo di equipaggio -, impegnato nella condotta di un prestigioso megayacht di circa 25 metri, battente bandiera italiana, capace di ospitare ben 16 passeggeri e di raggiungere la considerevole velocita’ di 45 nodi. Nella circostanza finanzieri hanno riscontrato la responsabilita’ dell’armatrice dell’imbarcazione, una italiana di origini campane, che si e’ vista contestare la mancata regolarizzazione di tutto il personale di bordo, retribuito da tempo in nero e costituito da tre marinai, in favore dei quali non venivano corrisposti ne’ i contributi assistenziali ne’ quelli previdenziali ed assicurativi. Un marinaio, originario dello Sry Lanka, privo di documenti d’identita’ ed inottemperante a diversi pregressi provvedimenti di espulsione dal territorio nazionale e’ stato arrestato. Denunciati invece il comandante del megayacht, l’armatrice ed il marito di quest’ultima, gia’ noto alla Guardia di Finanza per precedenti illeciti finalizzati all’introduzione di merci contraffatte nel territorio nazionale, ritenuti responsabili in concorso di diversi reati tra i quali il favoreggiamento e lo sfruttamento di manodopera clandestina. I denunciati rischiano sino a quattro anni di reclusione, perche’, in particolare, hanno occupato alle proprie dipendenze un lavoratore straniero privo del permesso di soggiorno, favorendone lo status di clandestinita’. Sono tuttora in corso approfondite investigazioni, anche avvalendosi dei reparti territoriali della Campania, per la verifica e la contestazione dei connessi aspetti fiscali e patrimoniali. (AGI)

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