Violenza genere, Cartabia su vittime stigma ‘cattive madri’

“Tra le situazioni più gravi ai miei occhi, puntualmente riportate nella relazione, vi è quello delle donne che, per il fatto di aver subito violenza, vengono considerate ‘cattive madri’, madri inadeguate. Madri che, oltre ad aver subito violenza, vengono allontanate anche dai figli che – in questa lettura – non sarebbero state in grado di proteggere. I 1500 casi esaminati da questo documento mostrano che non di rado le donne che denunciano e si separano dal compagno violento subiscono anche queste conseguenze. E i figli con loro. Occorre, anzitutto dare un nome alle cose, e questa relazione lo fa, ad esempio quando scandisce con chiarezza che ‘la violenza assistita è da considerare anch’essa violenza sui minorenni’ “. E’ uno dei passaggi dell’intervento della ministra della giustizia Marta Cartabia al convegno ‘La vittimizzazione secondaria delle donne che subiscono violenza e dei loro figli nei procedimenti che disciplinano l’affidamento e la responsabilità genitoriale’, promosso dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, su iniziativa della senatrice Valeria Valente, presidente della Commissione. (ANSA).
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Violenza donne, Cartabia ‘giudici sovraccarichi di lavoro’ ‘Svolto in condizioni non facili’ e con ‘moltiplicarsi di casi’
“Quelle poste alla base delle statistiche elaborate dalla Commissione, sono storie che non di rado hanno attraversato le cronache e che hanno attirato la nostra attenzione. E ogni volta ci siamo chiesti: ‘come è stato possibile’? Com’è stato possibile ad esempio che una madre, dopo aver denunciato il partner violento, si sia ritrovata a fare i conti con conseguenze anche molto forti, come l’allontanamento dai figli? O com’è stato possibile che un padre, già ai domiciliari per gravi reati, uccidesse il figlio durante un incontro protetto? E quante volte, approfondendo quei casi abbiamo verificato che la legge era magari stata applicata correttamente e che il lavoro dei giudici è un lavoro difficile che richiede un’ampia dedizione, spesso svolto in condizioni non facili, anche per il sovraccarico per il moltiplicarsi di questi casi portati alla loro attenzione”. Lo ha messo in evidenza la Guardasigilli Marta Cartabia intervenendo al convegno sulla vittimizzazione secondaria svoltosi nella sala Koch di Palazzo Madama e promosso dalla Commissione sul femminicidio, presieduta dalla dem Valeria Valente, che ha presentato l’indagine realizzata su questo particolare aspetto della violenza di genere. (ANSA).
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Violenza di genere, Cartabia ‘non c’è spazio per teoria Pas’ Guardasigilli a convegno su vittimizzazione secondaria
“Non ci può essere spazio per teorie destituite di fondamento scientifico come la Pas” nei procedimenti giudiziali che si occupano dell’affido di minori nelle separazioni conflittuali , come ha anche “stabilito con una recente sentenza la Cassazione”. Lo ha detto la Guardasigilli Marta Cartabia intervenendo al convegno sulla vittimizzazione secondaria – organizzato dalla Commissione sul Femminicidio – in corso nella Sala Koch di Palazzo Madama. Cartabia ha sottolineato la necessità di un profondo cambiamento culturale e di formazione specifica per tutti gli operatori che si occupano di violenza di genere e minori.
“Attraverso nuove norme – ha sottolineato la ministra Cartabia – si possono correggere alcuni problemi più macroscopici: ad esempio quando la riforma richiede che ‘il consulente del giudice si attenga ai protocolli e alle metodologie riconosciuti dalla comunità scientifica senza effettuare valutazioni – leggo dal testo della legge – su caratteristiche e profili di personalità estranee agli stessi’. Questa disposizione è stata scritta per contrastare quello che è già stato denunciato, il ricorso alla sindrome di alienazione parentale”. “Non ci può e non ci deve essere spazio – ha affermato la ministra Cartabia – per teorie destituite di fondamento scientifico come la sindrome da alienazione parentale, come ho già avuto modo di dire anche in Parlamento, citando peraltro le ultime pronunce della Corte di Cassazione, in linea di continuità con quanto espresso dalla Corte Costituzionale (cfr. sent. n.32 del 2021)”. Per la Guardasigilli, comunque, “le norme, pur necessarie, non bastano, non basteranno. Occorrerà investire sul ‘capitale umano’, sulla formazione iniziale e permanente di tutti gli operatori. Come diceva Linda Laura Sabbadini ‘è una questione culturale’ “. “Il presidente Lattanzi lo sa, ho chiesto alla Scuola Superiore della Magistratura – ha detto la ministra Cartabia – di potenziare l’offerta formativa già esistente sul tema della violenza estendendola, ove possibile, anche ai contenuti extra giuridici, secondo linee guida della Commissione Ue: più formazione, più specializzazione, più apertura a saperi altri, rispetto al diritto. “La formazione della polizia giudiziaria è altrettanto cruciale, le modalità con cui vengono eseguiti i provvedimenti è altrettanto importante, considerato che spesso si tratta di coloro (gli agenti di polizia) che per primi entrano in contatto con la vittima. Per quanto riguarda ciò che compete al ministero della giustizia, stiamo molto sviluppando la proposta formativa per gli operatori della polizia penitenziaria, anche in relazione ai problemi della violenza sulle donne. D’altra parte la scuola interforze ha organizzato molte iniziative sui femminicidi e sulla violenza di genere, anche attraverso l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori – OSCAD della Polizia di Stato”, ha ricordato la Guardasigilli. (ANSA).
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