Violenza donne: inserimento lavoro, Regione finanzia due misure per autonomia delle vittime

Due misure, finanziate con un primo stanziamento regionale di circa 420mila euro, a sostegno dell’autonomia della donne vittime di violenza che così possono intraprendere percorsi di formazione e di reinserimento lavorativo attraverso politiche attive del lavoro: è quanto proposto dalla Regione Toscana con l’Agenzia regionale per l’impiego (Arti). La prima misura, è stato spiegato, prevede contributi diretti individuali per lo svolgimento di almeno due politiche attive del lavoro tra orientamento specialistico, bilancio di competenze, accompagnamento al lavoro o all’attivazione di un tirocinio, inserimento in percorsi formativi, consulenza all’autoimpiego. I contributi saranno erogati sia sotto forma di indennità di partecipazione (pari a 500 euro una tantum) sia come indennità per la frequenza di percorsi formativi (per una cifra massima di 2700 euro a seconda del percorso prescelto). La seconda misura sostiene invece tirocini di orientamento, formazione e inserimento lavorativo promossi dai centri per l’impiego della Regione Toscana, cooperative sociali o altri enti del terzo settore. In questo caso il contributo, che non potrà superare 500 euro mensili verrà erogato ai soggetti che ospitano il tirocinio. “Di fronte alla violenza di genere – ha commentato il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani – le istituzioni non possono soltanto limitarsi a condannare un fenomeno tanto brutale quanto drammatico, ma devono lavorare duramente sul piano educativo e culturale e mettere in campo azioni efficaci e concrete per dare più forza alle donne”. “Il lavoro è cruciale per l’autonomia delle donne, e lo è ancora di più nel caso di vittime di violenza – ha detto l’assessore alla formazione Alessandra Nardini – È un fatto importante che la giunta abbia garantito il finanziamento di queste azioni e conferma il nostro impegno a costruire un sistema articolato e organico di sostegno che consenta a tutte le donne che vivono questo dramma di uscirne e ricostruirsi un futuro”. (ANSA).

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