Faceva un effetto strano, ieri mattina, il palazzetto dello sport: dove di solito si scatenano gli ultr del Cgc, vestiti di bianconero, erano sedute tante tute blu di Azimut Benetti. Convocati dal sindacato per avere qualche informazione in pi sulla cassa integrazione prossima ventura. O, come qualcuno di loro sussurava a met fra rabbia e preoccupazione, ®per sapere di che morte dobbiamo morire¯. E qualche dettaglio in pi, i lavoratori del gruppo di Avigliana lo hanno saputo: la cassa integrazione comincer marted 14 aprile, durer tre mesi e potr riguardare fino a 200 lavoratori in contemporanea sui 312 totali. All?inizio, tuttavia, si dovrebbe partire con un contingente ridotto di circa la met . Centocinquanta lavoratori, fra impiegati e operai che – dunque – non varcheranno la porta del cantiere alla fine delle vacanze di Pasqua. ®Nell?incontro che avremo mercoled con l?azienda – spiega il responsabile della Fiom-Cgil Lamberto Pocai – chiederemo che sia stabilito un processo di rotazione della cassa integrazione, per evitare che solo alcuni vengano penalizzati. Questo processo dovr modulare il numero di persone in cassa integrazione a seconda delle esigenze¯. Perch, come emerso da molti interventi e da tante grida dagli spalti, la paura che a fare le spese della situazione siano soprattutto le tute blu. E non solo per quanto riguarda l?immediato. Il vero, grande, timore, infatti il panorama che si presenter a settembre. Quando, dopo i tre mesi di cassa integrazione e le ferie, l?azienda potrebbe decidere un taglio dei lavoratori. E, quindi, i licenziamenti. ®Ho gi avuto esperienze di questo tipo, in altre aziende – ha detto un lavoratore -. E posso dire che difficilmente si torna indietro: la cassa integrazione porta sempre riduzione di personale¯. Il rappresentante sindacale Massimo Pardini ha rincarato, dicendo chiaro e tondo che ®l?azienda sta marciando sulla crisi. Ci avevano detto che fino ad agosto non ci sarebbero stati problemi. Se ci sono difficolt economiche, bisogna che taglino, ma che taglino eliminando i consulenti chi guadagna troppo¯. Insomma, sottotraccia la paura quella di rimanere a casa per sempre. Ma, insieme, c? anche una critica verso i sindacati. Accusati di essere troppo ?accomodanti? e di aver ceduto troppo in materia di straordinari. E per questo c? stato anche chi ha chiesto di non andare a trattare sulla cassa integrazione ma, piuttosto, di proporre altre soluzioni come quella riassunta sotto lo slogan ?lavorare meno, lavorare tutti?. Alla fine, tuttavia, l?ordine del giorno dell?assemblea passato con una votazione unanime. Nel documento si chiede, fra l?altro, che l?azienda si impegni economicamente a sostenere gli stipendi di chi si trover in cassa integrazione: la paga base, infatti, di 880 euro per chi ha retribuzioni inferiori ai 1.900 euro al mese e di 1.100 per chi guadagna pi di 1.900 euro. ®Intendiamo anche – spiega Pocai – creare un coordinamento nazionale con tutte le rappresentanze sindacali del gruppo Azimut-Benetti¯. Gli altri centri produttivi del colosso della nautica, infatti, non se la passano meglio: in questi giorni sono previsti incontri fra azienda e sindacati a Livorno, mentre i lavoratori sono gi in cassa integrazione ad Avigliana e Piazenza. Pocai ha anche messo sul piatto una possibile, parziale, soluzione: ®Si potrebbe far rientrare a Viareggio l?ultima parte del ciclo produttivo dell?acciaio. Una tecnologia che, a quanto pare, sta reagendo assai bene alla crisi¯. Luca Cinotti DA IL TIRRENO
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