Vertenza Gegè-Italpizza (Prato), arrivano Cig e 6 possibili acquirenti. A Firenze tavolo regionale e presidio (foto)

Vertenza Gegè Italpizza (Prato), arrivano Cassa integrazione e sei manifestazioni d’interesse. Stamani a Firenze tavolo in Regione e presidio di lavoratori-lavoratrici. La Flai Cgil e Fai Cisl chiedono “garanzie su mantenimento di sito e posti di lavoro”

Arrivano la Cassa integrazione e sei manifestazioni d’interesse per rilevare lo stabilimento: sono questi gli esiti dell’incontro di stamani tra Regione, sindacato (Flai Cgil-Fai Cisl) e proprietà sulla vertenza Gegè Italpizza (pizze surgelate, 65 addetti in gran parte donne, stabilimento in dismissione a Prato). Durante l’incontro, si è svolto un presidio di lavoratrici e lavoratori in piazza Duomo. Secondo gli accordi del tavolo in Regione, ai lavoratori sarà riconosciuta la cassa integrazione (retroattiva) fino a fine anno, in vista dell’asta fallimentare nei prossimi mesi (le manifestazioni di interesse arrivate alla Regione sono sei). All’origine della situazione c’è il fallimento della Nuova Food Italia, subentrata a sua volta alla Compagnia Italia Alimentare. Un intreccio di situazioni problematiche, che sembrava risolto con l’ingresso del gruppo Italpizza.
Hanno detto Silvia Ghilardi (Flai Cgil) e Andrea Piccini (Fai Cisl) al termine dell’incontro in Regione: “Quello di oggi è un buon accordo, perché si tutelano i lavoratori con la cassa integrazione e si mettono le basi per una reindustrializzazione. Chiediamo ai possibili acquirenti la garanzia del mantenimento del sito produttivo, di tutti i posti di lavoro e dell’applicazione del contratto dell’industria alimentare”.

LA NOTA DELLA REGIONE

Dalla mezzanotte di stasera i 65 lavoratori di Gegè a Prato passeranno alle dipendenze della Compagnia Italiana Alimentari S.r.l. unipersonale, la “Procedura CIA” come denominata al tavolo di questa mattina in regione. Nel frattempo si lavorerà anche per il futuro industriale del sito, per il quale ci sono già alcune manifestazioni di interesse. Sta tutto nell’accordo firmato questa mattina in palazzo Strozzi Sacrati, al tavolo convocato da Valerio Fabiani, che annuncia: “Il tavolo regionale resta aperto per monitorare la situazione e comunque a disposizione di tutte le parti”.
Una soluzione che fa tirare un sospiro di sollievo agli stessi lavoratori che, in presidio in piazza del Duomo, accolgono con un applauso il consigliere di Eugenio Giani per lavoro e crisi aziendali e i rappresentanti sindacali che hanno partecipato al tavolo.
“Quello di oggi è un accordo importante, perché qui rischiavamo di perdere tutto, posti di lavoro e sito produttivo – spiega Fabiani –: l’azienda e soprattutto i lavoratori, che grazie a quell’accordo verranno tutelati da un ammortizzatore sociale, sono messi in sicurezza. Si creano le condizioni per dare a questo sito una nuova vita industriale, con risorse messe in campo da Gegè, e cioè l’azienda che abbandona il sito, in virtù di quel principio di responsabilità sociale che noi abbiamo evocato fin dall’inizio. Anche la Procedura fallimentare che ha messo in campo un lavoro straordinario: entrambe le parti hanno recepito molte delle richiesta che la Regione aveva avanzato al tavolo”.
Tra i punti salienti dell’intesa firmata tra Gegè Srl – Italpizza Spa e Procedura CIA, c’è l’impegno di quest’ultima di assicurare un reddito ai dipendenti dell’azienda attraverso immediata attivazione di ammortizzatore sociale. Nel frattempo Gegè continuerà a eseguire gli ordini ricevuti utilizzando gli altri stabilimenti del gruppo Italpizza, ma su quanto fatturato riconoscerà una percentuale che Procedura Cia si impegna a utilizzare per i costi vivi, il contributo di solidarietà dei lavoratori e in funzione della re-industrializzazione del sito produttivo.
Per parte sua la Regione, che ha condotto il tavolo sulla vertenza con le strutture di Arti, conferma la disponibilità ad attivare tutte le azioni utili per la reindustrializzazione del sito di Casale e per le iniziative di politiche attive del lavoro utili a sostenere la richiesta di ammortizzatori sociali.
Dalle organizzazioni sindacali al tavolo, la richiesta di tutele di reddito per tutto il personale, il mantenimento del sito produttivo nel territorio di Prato e l’applicazione, anche da parte dell’aggiudicatario della procedura competitiva, del contratto dell’industria alimentare.

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