Vacanze: 46% rinuncia più per guai economici che per Covid

Il 54% degli italiani ha optato per andare in vacanza (in Italia nell’87% dei casi), ma il 46%, pari a circa 10 milioni di italiani, ha rinunciato per vari motivi. Emerge da un’indagine realizzata da Demoskopika per Anni 20 Estate in onda su Rai2 che mette in luce come però a pesare di più sulla rinunce sia il peggioramento delle condizioni finanziarie delle famiglie. “Le difficoltà economiche – dice il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – pesano più della paura del Covid nei consumi turistici degli italiani. Adesso è il momento delle decisioni politiche consapevoli”.
Poco più di 5 italiani su 10 fanno parte del gruppo dei vacanzieri, avendo scelto di trascorrere una vacanza prioritariamente in Italia nella stragrande maggioranza dei casi rilevati (87%). Sul versante opposto, il 13% ha optato per il viaggio oltre confine: l’11,1%, in particolare, ha in programma una meta europea, mentre il 2,1% opta per una destinazione internazionale. Per l’identikit di chi ha deciso per la vacanza sono i giovani i più propensi (62%), rispetto agli adulti (59%) e agli over 65 anni (33%). Risiedono principalmente nel Mezzogiorno i più convinti assertori della villeggiatura. Inoltre possiedono un titolo di studio medio-alto e si trovano in una condizione di lavoro dipendente (dirigenti, quadri, impiegati, etc.) piuttosto che autonomo. Quasi 6 italiani su 10, infine, si affideranno alla tradizione optando di trascorrere la vacanza al mare (58%), preceduta dalla linea di prodotto turistico “montagna” (15%), dalla vacanza nelle “città d’arte e dei borghi” (10%) e in “campagna e agriturismo” (8%). Tra coloro che restano a casa oltre un 24% che “ha già rinunciato, al di là del coronavirus” (24%), preoccupa il 17% che non andrà in vacanza perché non ha la possibilità economica per farlo, mentre appena il 5% ha rinunciato perché, pur volendo, ha ancora timore a viaggiare a causa del Covid-19 e delle sue varianti. Una “preoccupazione economica” degli italiani, ancora più evidente se confrontato con l’orientamento emerso lo scorso mese di maggio. In particolare, il condizionamento del Covid-19 ad andare in vacanza si è ridotto di ben 19 punti percentuali, passando dal 24% della prima rilevazione (maggio 2021) al 5% della seconda rilevazione (luglio 2021). Un cambiamento nei comportamenti di consumo turistico evidenziato anche dall’impennata della percezione di un peggioramento delle condizioni economiche: lo scorso mese di maggio a dichiarare l’impossibilità di programmare una villeggiatura per difficoltà economiche era stato l’8% del campione a fronte del 17% del dato odierno. Ad aver rinunciato alla vacanza, infine, per “questioni economiche”, risulta principalmente chi possiede un titolo di studio basso. E, ancora, disoccupati e operai, gli anziani più dei giovani e, infine, chi risiede nelle regioni del Centro e del Nord ovest del Belpaese. (ANSA).

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