Ogni giorno 50 aziende in Italia chiudono per colpa degli usurai e nel 2010 si sono persi 130 mila posti di lavoro, mentre nel triennio compreso tra il 2009 e il 2011 almeno 240 mila piccoli commercianti hanno cessato la propria attivit . Sono i dati choc forniti da Sos imprese, l’associazione antiusura della Confesercenti, al convegno organizzato oggi a Pisa da Confcommercio e Confartigianato. Nel 30% dei casi – hanno spiegato – la scelta del ricorso al prestito usurario ha determinato la fine dell’attivit per procedure fallimentari (40%), chiusura volontaria o cessazione terzi (31%), cambio dell’attivit (17%), esproprio da parte degli usurai (12%). Nel settore commerciale le categorie pi vessate dagli usurai sono gli alimentaristi, i fruttivendoli, i negozi di abbigliamento, calzature, i fiorai e i mobilieri. E, secondo l’osservatorio di Sos imprese, oggi sono circa 40 mila gli usurai in attivit , un numero letteralmente raddoppiato rispetto al 2000. In crescita anche l’usura praticata dalla criminalit organizzata che in tre anni aumentata del 16% e strangola circa 70 mila imprenditori realizzando un giro d’affari di 20 miliardi di euro all’anno. E a rendere il quadro ancora preoccupante ci sono anche le condizioni generali, a cominciare, spiega Sos imprese, dal fatto che il reato di usura stato depenalizzato e che le vittime denunciano sempre meno i loro usurai, ma un ruolo determinante l’aumento delle difficolt per le imprese di accedere al credito.In Toscana i commercianti vittime dell’usura sono almeno 8 mila, il 10,6% del totale, e garantiscono un volume d’affari illegale di 900 milioni di euro. Le province dove l’ usura pi radicata sono quelle di Livorno, Pistoia e Pisa. (ANSA).
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