Università: Udu, basta logica merito, stesse opportunità

“Ancora una volta ci troviamo davanti a proposte fondate sulla logica della distribuzione dei finanziamenti sulla base del merito, prassi ormai obsoleta e che affonda le sue radici nella Legge Gelmini, che proprio sulle stesse basi ha definanziato pesantemente l’università pubblica e incentivato una competizione sfrenata tra gli Atenei per spartirsi finanziamenti già esigui. Questo modello negli anni ha avuto come unico effetto quello di ampliare la forbice delle disuguaglianze in particolare tra nord e sud, grandi e piccoli-medi atenei, e penalizzare così quei territori che già presentano criticità strutturali che si acuiscono al diminuire dei finanziamenti”. Lo dice Giovanni Sotgiu, coordinatore dell’Unione degli Universitari, a proposito del dibattito sull’impiego della quota premiale del finanziamento all’università per i soli dipartimenti che effettuano una “ricerca d’eccellenza” e a discapito di altri. “La soluzione ai problemi dell’università non è certo quella di perseguire il meccanismo della classificazione degli atenei come di serie A e di serie B, nè tanto meno di concepire il sistema delle borse di studio come un mezzo funzionale a scappare dalla propria regione per poter studiare negli atenei definiti più meritevoli – continua Sotgiu – ma piuttosto si rende necessario, dopo anni di sottofinanziamento dell’università e della ricerca, mettere in atto un piano di rifinanziamento che abolisca le quote premiali e che sia in grado di porre tutti gli atenei nelle condizioni di svolgere attività di ricerca ad un livello qualitativamente alto, riappianando le disparità strutturali che da anni penalizzano l’università pubblica”. (ANSA).

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