Unipol: sindacati, sciopero e presidi per lo smart working, ‘protesta avanti ad oltranza’

Sciopero generale dei dipendenti del Gruppo Unipol indetto dai sindacati First Cisl, Fisac Cgil, Fna, Snfia, Uilca Uil, per protestare contro la “decisione unilaterale dell’impresa” di interrompere lo smart working e far rientrare tutti i lavoratori in ufficio a partire da oggi. Presidi si sono svolti davanti alle sedi del Gruppo in tutta Italia. I sindacati sottolineano “l’indisponibilità del vertice del Gruppo Unipol ad aprire un tavolo di confronto sullo smart working”, una “modalità di lavoro ormai consolidata nel nostro quotidiano che non può essere archiviata e relegata all’emergenza sanitaria: pretendiamo si giunga a un accordo strutturale – spiegano ancora le organizzazioni sindacali – per valorizzare gli straordinari effetti che tale strumento avrebbe”. La decisione di far rientrare tutti i dipendenti nelle sedi di lavoro, “rifiutandosi di discutere”, per i sindacati espone “a serio rischio la salute delle persone, anche alla luce del peggioramento della curva dei contagi”. Per domani era prevista invece una assemblea, ma i sindacati in un comunicato unitario informano che è stata rinviata e parlano di “attacco alle libertà sindacali dei lavoratori”. “L’azienda – scrivono First Cisl, Fisac Cgil, Fna, Snfia e Uilca Uil – sebbene l’assemblea prevedesse la copertura per tutto il turno di lavoro, tramite i propri referenti ha intimato a diversi colleghi di effettuare ugualmente l’ingresso in sede, rifiutando peraltro di garantire la possibilità di attingere dal monte ore previsto dal nostro contratto integrativo aziendale (12 ore annue di assemblea) per i colleghi privi delle ore sufficienti a coprire l’intera giornata. In sostanza, l’azienda ha negato ai propri dipendenti la possibilità di partecipare da remoto all’assemblea dalla propria abitazione-luogo privato”. La protesta, sostengono infine, “proseguirà ad oltranza, fino a ristabilire un dialogo serio e costruttivo tra sindacato e azienda”. (ANSA).

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