Unioncamere: Consumi ancora al Palo nel 1ø Trimesstre Commercio -3,7%

La crisi si fa ancora sentire sui consumi delle famiglie italiane che restano ancora al palo nel primo trimestre non consentendo alle imprese del commercio e dei servizi di portare in positivo il bilancio delle vendite. E’ quanto emerge dall’indagine congiunturale realizzata dal Centro studi di Unioncamere che evidenzia come sia pari a -3,7% il dato dei primi tre mesi dell’anno per il settore commerciale e -2,6% quello dei servizi. Molto cauti i giudizi anche riguardo alla ripresa – prosegue la ricerca – l’ampia maggioranza delle imprese (tra i due terzi del commercio e i tre quarti degli altri servizi) si schiera a favore di un andamento degli affari sostanzialmente piatto anche nel II trimestre dell’anno. Nel commercio, in particolare, la perdita di fatturato continua a essere di entita’ rilevante tra le imprese con meno di 20 dipendenti (-4,5%), ma e’ comunque consistente anche tra quelle di dimensioni maggiori, compresa la grande distribuzione organizzata (-1,6%). Le sofferenze si concentrano soprattutto tra le imprese delle regioni centrali (che registrano una perdita del 5%) e tra quelle del Mezzogiorno (-4,2%). Nord-Ovest e Nord-Est, invece, contengono la flessione rispettivamente al -2,8% e al -2,5%. Tra i settori, il piu’ penalizzato e’ quello del commercio al dettaglio non alimentare (-4,2%), seguito dal Food (-3,4%). Ipermercati, supermercati e grandi magazzini fermano invece la caduta al -1,6%. In prospettiva, secondo Unioncamere, il desiderio di voltare pagina con la crisi induce il 24% delle imprese commerciali ad attendere un miglioramento del proprio fatturato tra aprile e giugno prossimo, mentre il 10% prevede una riduzione ulteriore delle vendite. La componente piu’ cospicua, tuttavia, resta quella degli imprenditori che non si aspettano modifiche del quadro attuale (sono il 66%). Le maggiori attese di recupero interessano iper e supermercati e le imprese di maggiori dimensioni. Per quanto riguarda il settore dei servizi risale ma resta con il segno meno il volume d’affari nel I trimestre 2014, con il comparto degli Alberghi, ristoranti e servizi turistici che chiude il periodo al -4,1%, precedendo, nella magra graduatoria, gli Altri servizi (-3,9% per l’insieme delle attivita’ finanziarie e assicurative, immobiliari e di gestione delle acque e dei rifiuti) e il Commercio all’ingrosso e autoveicoli (-3,2%). La contrazione del fatturato e’ piu’ intensa al Centro (-3,9%) e nel Nord-Ovest (-2,7%). Sud e Isole (-2,3%) e Nord-Est (-1,7%) si posizionano sopra la media. Estremamente caute – prosegue lo studio – le previsioni per il II trimestre dell’anno: il 74% delle imprese, infatti, si schiera a favore di una prosecuzione dell’attuale andamento del mercato. Il 18% degli operatori prevede invece un miglioramento delle vendite, a fronte di un ulteriore 8% che attende una loro riduzione. Le piu’ ottimiste sono le imprese del segmento turistico (+37 punti percentuali il saldo tra attese di incremento e di riduzione delle vendite, anche come effetto dell’incremento della domanda per le festivita’ e i ponti di primavera). Sul fronte opposto, i Servizi alle persone e gli Altri servizi, nei quali la quota di imprese che attende un miglioramento del fatturato e’ pari a quella che prevede un suo ridimensionamento. ASCACrisi: Coldiretti, addio dieta mediterranea. Nel 2014 -5% pastaCon la crisi crolla la spesa a tavola degli italiani che nel 2014 dicono addio alla dieta mediterranea, dalla pasta (-5 per cento) all’extravergine (-4 per cento), dal pesce (-7 per cento) alla verdura fresca (-4 per cento) rispetto al 2013. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sugli acquisti delle famiglie italiane nel primo bimestre dell’anno che aggrava il trend negativo degli acquisti in atto da anni secondo l’Ismea. I prodotti base della dieta mediterranea – sottolinea la Coldiretti – sono quelli che hanno maggiormente subito il taglio della spesa alimentare che in media e’ stato pari al 2 per cento e non ha risparmiato nessun prodotto della tavola. In controtendenza solo il vino che – continua la Coldiretti – registra un aumento della spesa del 3 per cento a fronte pero’ di un calo nel numero di bottiglie acquistate per effetto della tendenza degli italiani a bere meno ma meglio. La spesa alimentare e’ la seconda voce del bilancio familiare dopo la casa e non stupisce che l’effetto piu’ eclatante della riduzione del potere di acquisto sia stato proprio – sottolinea la Coldiretti – il taglio nei consumi alimentari che sono tornati indietro di oltre 33 anni sui livelli minimi del 1981 sulla base dei consumi finali delle famiglie a valori concatenati dell’Istat. A cambiare e’ stata anche la composizione della spesa per effetto della crisi che ha costretto le famiglie ad una profonda spending review del carrello che potrebbe avere pesanti conseguenze anche sulla salute. Pane, pasta, pesce, frutta, verdura, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari si sono dimostrati infatti – precisa la Coldiretti – un elisir di lunga vita per gli italiani: nel corso di dieci anni sono piu’ che raddoppiati (+138 per cento) gli ultracentenari presenti in Italia che puo’ contare su 15080 over 100 secondo l’ultimo censimento della popolazione elaborato dall’Istat nel 2011 ed oggi gli italiani sono tra i piu’ longevi del mondo con una vita media che ha raggiunto i 79,4 anni per gli uomini e a 84,5 per le donne. Futuro preoccupante anche per gli acquisti di frutta e verdura che per esempio nel 2013 sono crollati al minimo da inizio secolo con le famiglie che sono state costrette a a mettere oltre 100 chili di ortofrutta in meno nel carrello, rispetto al 2000, secondo le analisi della Coldiretti dalle quali si evidenzia un drammatico calo del 18 per cento nelle quantita’ consumate dalle famiglie che hanno portato sulle tavole appena 320 chili di ortofrutta nel corso del 2013. Una situazione preoccupante poiche’ la raccomandazione del Consiglio dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ per una dieta sana e quella di mangiare piu’ volte al giorno frutta e verdure fresche per un totale a persona di almeno 400 grammi, ma – sostiene la Coldiretti – in Italia la quantita’ consumata e scesa purtroppo al di sotto, con situazioni piu’ preoccupanti per i bambini. Il numero dei bambini e adolescenti che mangia frutta e verdura a ogni pasto e’ sceso al 35 per cento a fronte del 37 per cento nel 2012, mentre quelli che la mangiano una volta al giorno sono passati al 35 per cento, contro il 39 per cento, e si registra anche un aumento di coloro che non l’assumono o lo fanno un massimo di 2 volte a settimana (31 per cento contro il 24 per cento). A cambiare – continua la Coldiretti – e’ in realta’ anche il livello qualitativo degli alimenti acquistati con una tendenza a preferire i cibi a basso prezzo che non sempre offrono le stesse garanzie di qualita’ alimentare. Una conferma – conclude la Coldiretti – viene dal fatto che le vendite dei cibi low cost nei discount alimentari sono le uniche a far segnare un aumento consistente nel commercio al dettaglio in Italia con un +2,9 per cento nel bimestre 2014 secondo l’Istat.ASCA

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